AGI - Il capo dei Pasdaran iraniani, Hossein Salami, ha avvertito che la Repubblica Islamica risponderà a qualsiasi "azione del nemico": nelle ultime settimane infatti è cresciuta la tensione con gli Stati Uniti, tra i timori che il presidente Donald Trump possa lanciare un attacco prima di lasciare la Casa Bianca il 20 gennaio a Joe Biden.
Salami si è recato a ispezionare le truppe che stazionano sull'isola di Abu Musa, nelle acque del Golfo Persico vicino all'ingresso dello stretto di Hormuz, teatro di tensioni di recente, per "valutare ed essere certi delle nostre potenti capacità in mare e contro i nemici che a volte si vantano e minacciano".
"Risponderemo con un colpo reciproco, deciso e forte a qualsiasi azione il nemico dovesse prendere contro di noi", ha avvertito il capo dei Pasdaran, che era accompagnato dall'ammiraglio Alireza Tangsiri, a capo della Marina dei Guardiani della Rivoluzione.
Con l'approssimarsi del primo anniversario dell'uccisione del capo delle Forze di al-Quds, Qassem Soleimani, da parte di un drone americano a Baghdad, la tensione tra i due arcinemici ha conosciuto una nuova impennata. Due B-52 americani di recente hanno sorvolato la regione mentre da novembre la portaerei USS Nimitz pattuglia le acque del Golfo, anche se la stampa americana ha riferito che il capo ad interim del Pentagono, Christopher C. Miller, ne ha ordinato il rientro in patria.
Intanto, il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha accusato Trump di voler creare "un pretesto per una guerra" dopo le accuse lanciate alla Repubblica islamica dalla Casa Bianca in relazione all'attacco missilistico contro l'ambasciata Usa a Baghdad il 20 dicembre.