AGI – Il governo tedesco si è reso responsabile di un “grave fallimento” per quanto riguarda le modalità e la tempistica nell’acquisizione dei vaccini anti-Covid. Parola degli scienziati dell’Accademia nazionale di scienza della Leopoldina, un organismo tra i principali e più autorevoli consulenti sui temi della pandemia proprio all’esecutivo guidato da Angela Merkel.
In un’intervista alla Welt, la neurologa Frauke Zipp – membro di spicco della Leopoldina – ha duramente attaccato il governo federale: “Ritengo che l’attuale situazione rappresenti un grave fallimento dei responsabili. Perché la scorsa estate non si è prenotato una maggiore quantità di dosi?”. E ancora: “Ci sono state le offerte, ora le avremmo a disposizione”, afferma la professoressa Zipp (è direttrice della clinica di neurologia all’Università Gutenberg di Magonza), secondo la quale BioNTech, la società tedesca che insieme al gigante americano Pfizer ha sviluppato il primo farmaco anti-Covid approvato in Europa, all’epoca aveva offerto un numero ben maggiore di dosi.
Ieri il fondatore della BioNTech, Ugur Sahin, ha dichiarato ai media tedeschi di essere intenzionato a distribuire una quantità di dosi ben superiore a quanto finora programmato e di aver avviato “colloqui molto avanzati sul se e sul come si possano mettere a disposizione quest’anno ulteriori dosi di vaccino per l’Europa”. In base alle attuali prenotazioni, la Germania nel 2021 potrà contare su 55,8 milioni di dosi attraverso l’intesa in seno all’Ue, più le 30 milioni dell’accordo “bilaterale” con BioNTech-Pfizer (intesa che ha provocato molte polemiche nei giorni scorsi) e le 50,5 milioni di dosi che arriveranno dalla società Moderna.
Sommandole, sono assicurate 1,3 miliardi di dosi, che in teoria basterebbero per arrivare all’immunità di gregge in Germania, ossia 68,2 milioni di cittadini su una popolazione complessiva di 83 milioni. In più ci sarebbe la quota derivante dall’opzione delle 100 milioni di dose aggiuntive annunciate dall’Ue.
Il problema è la tempistica: le dosi in arrivo entro il primo trimestre sono ‘solo’ 13 milioni. Troppo poche, secondo i critici, che se la prendono sia con il ministro alla Sanità tedesco Jens Spahn che per la dinamica dell’accordo in seno Ue. Dai vari Laender si denunciano infatti ritardi e rallentamenti nell’approvvigionamento e nella somministrazione del vaccino. Stando ai dati del Robert Koch Institut, il centro epidemiologico tedesco, fino a ieri sono 165 mila le persone vaccinate in Germania, di cui circa la meta (71 mila) nelle case di riposo per anziani.
Oltre al responsabile sanità della Spd, Karl Lauterbach - secondo il quale la Germania “ha di fronte a sé i tre mesi peggiori” in quanto a contagi e vittime, e che chiede una “rapida autorizzazione” del vaccino AstraZeneca, in mancanza della quale “si potrebbe sostenere persino un’iniziativa unilaterale della Germania” – è perplesso anche il segretario generale dei liberali, Volker Wissing: “Le critiche sulle modalità di acquisizione dei vaccini -ha osservato- vanno prese molto sul serio”.
Per l’esponente dell’Fdp, “come si vede in Israele e in altri Paesi, è possibile procedere molto più rapidamente alle vaccinazioni”. La pensa allo stesso modo anche l’esperta sanitaria dei Verdi al Bundestag, Kordula Schulz-Asche: “Sarebbe stato sicuramente meglio prenotare un numero maggiore di diversi vaccini dai tanti produtori in campo".