AGI - La pandemia da nuovo coronavirus mette in ginocchio il mondo, ma dai primi di dicembre è cominciata una campagna vaccinale, la più imponente della storia, con l'obiettivo di rimettere in moto il pianeta: secondo i dati di Bloomberg, sono state somministrate finora 5,1 milioni di dosi in 22 Paesi: la metà circa, 2,32 milioni, è stata erogata negli Stati Uniti dove la campagna è cominciata il 14 dicembre.
I vaccini più promettenti al momento sono 9 (Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca/Oxford, Sinovac Biotech, Gamaleya, CanSino Biologics, SinoPharm, Novavax e Johnson&Johnson) ma solo i primi 7 sono a disposizione del pubblico. La maggior parte di questi vaccini richiede due dosi prese ad alcune settimane di distanza.
Il vaccino Pfizer-BioNTech, il primo ad annunciare dati clinici positivi nella fase 3, è ora approvato in Nord America, Europa e Medio Oriente (il 2 dicembre via libera nel Regno Unito, il 9 in Canada, l'11 in Usa e il 21 in Ue). Pfizer punta a produrre 1,3 miliardi di dosi entro il 2021.
Il vaccino Moderna, che utilizza la stessa tecnica della Pfizer ovvero il messenger Rna, è finora stato autorizzato il 18 dicembre in Usa e il 23 dicembre in Canada. Per i primi giorni del nuovo anno si attende il 'via libera' in Ue.
Il vaccino AstraZeneca ha ottenuto proprio oggi l'autorizzazione in Gran Bretagna. L'Agenzia europea del Farmaco ha invece fatto sapere di non aver neppure ricevuto la richiesta dalla casa farmaceutica e che è improbabile un'approvazione a gennaio.
USA: 2,320 milioni di dosi somministrate al 30 dicembre. Negli Usa si utilizza il vaccino Pfizer/BioNTech e anche il Moderna. L'amministrazione Trump aveva promesso 20 milioni di dosi distribuiti entro i primi di gennaio; il presidente eletto, Joe Biden, proprio ieri, ha lamentato la lentezza della campagna e ha promesso un'accelerata, "con un milione di dosi al giorno".
UE: i Paesi Ue hanno cominciato le vaccinazioni questa settimana, domenica 27 il 'V Day'. La Germania ad oggi ha vaccinato più di 78 mila persone, più indietro gli altri Paesi (ma i dati si riferiscono al 29 dicembre): la Slovenia 9.750, l'Italia 8.361, il Portogallo 7.585, la Danimarca 6.775, la Romania 2.778, l'Ungheria 2.461.
GB: la Gran Bretagna, primo Paese nel mondo occidentale a partire con le vaccinazioni l'8 dicembre, ha somministrato finora 625.981 dosi (dati al 24 dicembre): in Inghilterra, 521.594 dosi, in Scozia, 56.676, in Nord Irlanda 25.116, in Galles 22.595. Da lunedì 4 gennaio, il Regno Unito aggiunge alla campagna il siero di AstraZeneca, con l'obiettivo di arrivare a 50 milioni di persone vaccinate entro la primavera. La seconda dose dei vaccini contro il coronavirus verrà somministrata più tardi di quanto inizialmente previsto, per garantire una prima dose al maggior numero di persone e combattere il crescente tasso di contagio (seconda dose somministrata fino a tre mesi dopo).
ISRAELE: guida la corsa globale, ha già vaccinato oltre il sette per cento della sua popolazione in 9 giorni. Quasi mezzo milione di persone hanno ricevuto una dose del vaccino Pfizer/ BioNTech in un Paese che conta 8,7 milioni, il più alto tasso pro capite al mondo. Il governo ha ordinato una campagna di vaccinazione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e 'arruolato' centinaia di medici militari nella campagna. Il governo aveva prenotato in anticipo tutti e tre i vaccini, Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
CINA E RUSSIA: hanno autorizzato le prime dosi a luglio ed agosto, prima ancora che fossero interamente testate e hanno vaccinato la Cina più di un milione di persone (dati al 19 dicembre), la Russia 440mila (22 dicembre).
Anche qualche altro Paese ha già cominciato la vaccinazione: Canada, arrivato a 58.425 dosi (24 dicembre), Bahrein (56.041 al 29 dicembre), Messico (18.529 (29 dicembre), Cile 8.638 (27 dicembre), Kuwait 2.500 (29 dicembre).
Secondo Bloomberg, sono già state prenotate 8,15 miliardi di dosi, che basterebbero a coprire più della metà della popolazione mondiale (da tenere presente che la maggior parte dei vaccini richiedono due dosi). Ma al momento non è così perché i Paesi più ricchi hanno accumulato gli accordi di fornitura e alcuni vaccini sono difficili da conservare e consegnare nelle aree più sperdute del mondo.