AGI – Gli acquisti “nazionali” del vaccino anti-Covid sono previsti dall’accordo-quadro dell’Unione europea. Lo fa notare, rispondendo ad una domanda dell’Agi, il ministero alla Sanità tedesco in merito alle polemiche sulle 30 milioni di dosi “extra” che Berlino si è assicurata acquistandole da BioNTech al di là dell’intesa in sede Ue sulla distribuzione equa dei farmaci nel Vecchio Continente. E anche a Bruxelles la sensazione è che la Germania si stia muovendo in autonomia.
Una portavoce del dicastero della Salute tedesco guidato da Jens Spahn ha precisato la posizione di Berlino: “Parallelamente alla decisione di promuovere le aziende tedesche nella ricerca per un nuovo vaccino, sono state permesse anche distribuzioni nazionali. Con i partner europei l’intesa è che abbiano priorità le distribuzioni derivanti dai contratti europei”.
Aggiunge, da parte sua, la Commissione Ue, ugualmente interpellata da Agi: gli “aggiustamenti” nella distribuzione “sono possibili tra gli Stati membri in base alle loro necessità e richieste, dato che alcuni Paesi potrebbero essere interessati ad ottenere un maggior numero di dosi, mentre altri no”.
Il “cuore della strategia” vaccinale nell’Ue, spiega ancora il portavoce della Commissione, è quello di mantenere “un approccio unito” e che la distribuzione avvenga basandosi sulla dimensione delle rispettive popolazioni: pertanto, “la distribuzione avverrà nell’ambito degli accordi di acquisto anticipato”. Il piano è chiaro: l’intesa raggiunta “ha riservato 200 milioni di dosi ai cittadini europei” e offre adesso “un’opzione per acquistare fino a 100 milioni di dosi facoltative”, come annunciato oggi da Bruxelles.
In effetti, la Germania insiste nell’affermare di essersi sempre mossa all’interno di una logica europea: “No ai nazionalismi del vaccino”, aveva affermato ieri lo stesso Spahn, che anche oggi in un colloquio con la Bild ha ribadito “le decisioni si sono prese insieme nell’Ue, in nome della solidarietà”.
Analogamente, il ministro agli Esteri Heiko Maas ha voluto sottolineare che “solo uniti si esce dalla crisi della pandemia in Europa”, la quale “è capace d’agire, quando le cose si fanno serie”. L’Ue lo ha dimostrato – insiste il capo della diplomazia tedesca - mettendo in piedi “il più grande pacchetto finanziario che mai sia stato messo in piedi nell’Ue: soprattutto per aiutare i Paesi che sono stati i più colpiti dalla crisi, come Spagna, Italia e anche Francia”.
In compenso – mentre procedono a pieno ritmo le vaccinazioni nella Repubblica federale, sono già quasi 42 mila dal “V-day” del 26 dicembre ad oggi - la polemica sui vaccini continua anche in Germania: l’accusa rivolta al governo di non essersi accaparrata una quantità sufficiente di vaccino“La Germania per troppo tempo si è affidata all’Ue sui vaccini”, è l’attacco sferrato dalla Bild, il giornale più letto del Paese, al governo guidato da Angela Merkel.
In un articolo di commento sui “5 errori” che Berlino avrebbe commesso sulla campagna di vaccinazione, il tabloid scrive che “la Germania ha ordinato i vaccini prevalentemente in accordo con l’Unione europea e si è assicurata 30 milioni di dosi presso BioNTech. Il problema è che nel contratto non era stato determinato che l’ordinativo dovesse essere distribuito prima o parallelamente all’Ue. La conseguenza: le dosi ‘extra’ arrivano solo dopo l’ordine Ue”.
In sostanza, secondo il quotidiano, “il governo federale troppo a lungo si è affidato all’Ue”, tanto che “fino a giugno” il vaccino rimarrebbe “merce rara, persino per i gruppi a rischio”. La Bild insiste affermando che “la Germania, la Francia, l’Italia e i Paesi Bassi annunciarono un’alleanza dei vaccini, alla quale poi hanno rinunciato a favore dell’Unione europea”. Insomma, per il giornale tedesco la Germania starebbe “in fondo alla fila”.
Ma su quanto vaccino anti-Covid può contare, in effetti, la Germania? 55,8 milioni di dosi attraverso l’intesa in seno all’Ue, più le 30 milioni dell’accordo “bilaterale” con BioNTech-Pfizer e le 50,5 milioni di dosi che arriveranno dalla società Moderna. Sommandole, sono assicurate 136,3 milioni di dosi (di cui 13 milioni entro il primo trimestre 2021), che basterebbero per arrivare all’immunità di gregge in Germania, ossia coprire 68,2 milioni di cittadini su una popolazione complessiva di 83 milioni. In più ci sarebbe la quota derivante dall’opzione delle 100 milioni di dose aggiuntive annunciate dall’Ue.
E il processo potrebbe essere più rapido del previsto: è l’Associazione dei produttori farmaceutici tedeschi ad annunciare che “già a gennaio saranno disponibili molte più dosi di vaccino, perché arriveranno in Germania quantitativi sempre maggiori prenotati dallo Stato”.
A quanto afferma il presidente dei farmaceutici, Han Steutel, “le capacità produttive dei vaccini vengono tutte aumentate in Germania, tra l’altro nelle sedi produttive di Magonza, Idar-Oberstein, Magdeburgo, Laubheim, Dessau, Brehna e Tubinga”.
La Germania non si ferma, insomma: le operazioni di vaccinazioni nelle oltre 400 strutture apposite realizzate su tutto il territorio nazionale tedesco stanno procedendo a pieno ritmo: stando al monitoraggio del Robert Koch Institut (Rki), entro lunedì sera sono state effettuate 41.962 vaccinazioni. Si tratta di un aumento di ben 19.084 somministrazioni rispetto al giorno precedente e del doppio rispetto al computo complessivo delle vaccinazioni effettuate dall’inizio della campagna iniziata il 26 dicembre.