AGI - Si è aperto a Shenzhen, in Cina, il processo per 10 dei 12 attivisti pro-democrazia e fuggitivi di Hong Kong, arrestati ad agosto scorso dalla guardia costiera cinese mentre cercavano di lasciare la città a bordo di un motoscafo diretto a Taiwan.
Fuori dalla Corte del Popolo di Yantian, nella città sud-orientale cinese, sono arrivati anche diplomatici di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Portogallo e Canada, che non hanno avuto accesso all'aula del processo.
Tra i fuggitivi ci sono anche persone con passaporto britannico, portoghese e vietnamita. Ieri, le famiglie dei 12 hanno attaccato le autorità cinesi per la decisione di tenere il processo a porte chiuse, chiedendo in una lettera aperta ai governi stranieri di inviare personale diplomatico davanti al tribunale di Shenzhen dove si tiene l'udienza.
I 10 al banco degli imputati sono accusati di attraversamento illegale del confine, e due di loro di essere gli organizzatori del tentativo di fuga: questi ultimi rischiano fino a sette anni di carcere, mentre per gli altri otto la pena massima prevista è di un anno.
Gli ultimi due fuggitivi sono minorenni e per loro non è ancora chiaro se verranno incriminati. I 12 sono in stato di detenzione dalla fine di agosto scorso a Shenzhen: il loro arresto è stato portato costantemente all'attenzione dagli attivisti di Hong Kong, tra cui Joshua Wong, condannato a un anno, un mese e due settimane di carcere il 2 dicembre scorso per assemblea illegale durante le proteste pro-democrazia dello scorso anno.
L'ambasciata statunitense a Pechino ha chiesto il rilascio immediato dei dodici fuggitivi di Hong Kong, e l'appello è stato respinto dal Ministero degli Esteri che sollecita gli Usa di non interferire nelle questioni dell'ex colonia britannica.