AGI - L’accordo annunciato da Donald Trump sulla normalizzazione dei rapporti tra Marocco e Israele si tratta di “una ripresa delle relazioni, giacché i due Paesi avevano rapporti dal 1995 fino agli anni 2000”. Lo spiega in un’intervista all’AGI l’ambasciatore del Marocco a Roma, Youssef Balla. “Questa ripresa non significa alcun cambiamento nella costante posizione del Marocco riguardo alla questione palestinese, anzi, è in linea con il suo continuo impegno a contribuire in modo efficace e costruttivo a una pace giusta e duratura in Medio Oriente”, precisa il diplomatico.
“La ripresa avviene sulla base della chiara politica del Marocco, sempre a difesa della causa palestinese e a sostegno della soluzione dei due Stati. E si interpreta alla luce del ruolo attivo che il Marocco ha sempre avuto nel processo di pace in Medio Oriente, anche per il forte attaccamento di una gran parte della comunità ebraica di origine marocchina in Israele alla persona di sua maestà il Re e al suo Paese di origine”, continua Balla.
“Un cittadino israeliano su cinque è di origine marocchina. Questa comunità mantiene un forte legame col Marocco, che si distingue per aver iscritto l’ascendenza ebraica come parte dell’identità nazionale nella sua Costituzione”, evidenzia l’ambasciatore marocchino.
Il riconoscimento Usa della sovranità marocchina sul Sahara
“Il riconoscimento totale della sovranità marocchina sul Sahara da parte degli Stati Uniti è una decisione importante, frutto di diversi anni di consultazioni reciproche”. Lo dichiara l'ambasciatore Balla. La decisione - spiega il diplomatico - è stata rafforzata dal riconoscimento dell’iniziativa di autonomia proposta dal Marocco come unica base per la risoluzione politica della falsa controversia regionale sul Sahara, creata e mantenuta dall’Algeria”.
Il prossimo passaggio, che confermerà il percorso intrapreso dall’amministrazione di Donald Trump, è “l’apertura di un Consolato statunitense nella città sahariana di Dakhla, mirato a promuovere i rapporti economici”. “La decisione di Washington, dalla forza giuridica ineccepibile, si iscrive nella tradizione dell’amicizia secolare fra il Marocco e gli Usa e conferma ancor di più la legittimità della sovranità del Marocco sul Sahara, conforme al principio di integrità territoriale”, sostiene Balla. “E si aggiunge a tanti altri Paesi che riconoscono la sovranità del Marocco e il suo diritto all’integrità territoriale. Alcuni di loro hanno già aperto sedi consolari nel territorio”.
Infine, “la coincidenza con gli ultimi eventi nel Guerguerat è un segno importante sulla conformità dell’intervento marocchino alla legalità internazionale”, rivendica l’ambasciatore marocchino. “Adesso, l’Algeria e la sua creazione, il Polisario, devono trarre gli insegnamenti dal loro isolamento internazionale e capire che è arrivato il momento di ragionare sulla necessità di costruire il futuro comune delle nostre generazioni sulla basa del rispetto dell’integrità territoriale di cooperazione e integrazione regionale”, esorta Balla secondo cui per Algeria e Polisario “si tratta dell’ennesima di 40 anni di sconfitte, dal 1975, con il recupero del Sahara da parte del Marocco, grazie all’autentica Marcia Verde”.
“Finora sono stati persi anni, risorse, energie e competenze nel mantenere un’ostilità verso l’integrità territoriale del Marocco. Con quale risultato? una regione, il Maghreb, la meno integrata nel mondo, una perdita del Pil regionale di 2% annuo, l’ipoteca sul futuro dei nostri giovani e l’unica frontiera chiusa nel mondo, esclusa quella fra le due Coree”.