AGI - Il procuratore generale degli Stati Uniti Bill Barr ha concesso ai pubblici ministeri federali l'autorizzazione ad avviare indagini sulle presunte irregolarità nel voto, dopo che Donald Trump ha affermato di aver perso le elezioni presidenziali a causa di una frode. Barr, a lungo uno strenuo difensore di Trump, ha sottolineato che la sua mossa non significa che il Dipartimento di Giustizia abbia in mano prove a sostegno della tesi del Presidente, ma ha liberato i pubblici ministeri dalle precedenti restrizioni su indagini di questo tipo. "Dato che il voto è ormai concluso, vi autorizzo a portare avanti indagini su casi di irregolarità nel voto e nel conteggio dei voti prima della certificazione delle elezioni nelle vostre giurisdizioni", scrive Barr in una missiva ai procuratori federali.
"Tali indagini e revisioni possono essere condotte se ci sono accuse chiare e apparentemente credibili di irregolarità che, se vere, potrebbero potenzialmente avere un impatto sul risultato di un'elezione federale in un singolo stato". Le indagini sulle frodi di voto sono normalmente di competenza dei singoli stati, che stabiliscono e controllano le proprie regole elettorali. La politica del Dipartimento di Giustizia è stata quella di evitare qualsiasi coinvolgimento federale fino a quando i conteggi dei voti non saranno certificati e i riconteggi completati. Ma Barr ha detto ai procuratori che, "trattandosi di pratiche che non sono mai veloci", se trovano qualcosa che potrebbe invertire i risultati delle elezioni devono aprire un'indagine.
"Mentre le accuse gravi dovrebbero essere gestite con grande cura, le affermazioni speciose, speculative, fantasiose o inverosimili non dovrebbero essere una base per avviare indagini federali", ha scritto.
L'ordine di Barr è arrivato mentre Trump combatte per invertire le vittorie limitate del rivale democratico Joe Biden in diversi stati chiave - Pennsylvania, Nevada, Georgia e Arizona - che danno a Biden abbastanza voti elettorali per vincere le elezioni presidenziali complessive. La campagna di Trump e il partito repubblicano hanno intentato o minacciato azioni legali in diversi stati sperando di cambiare il risultato con squalifiche e riconteggi. Ma finora le loro azioni non sono andate da nessuna parte e funzionari statali li hanno sfidati a fornire la prova delle accuse.
Secondo quanto riferito, Trump aveva fatto pressioni su Barr già settimane prima delle elezioni, ma il procuratore generale era scomparso per diverse settimane, fino a quando ieri è stato visto a un incontro con il leader della maggioranza repubblicana in Senato, Mitch McConnell.
Intanto si è dimesso Richard Pilger, alto funzionario del Dipartimento di giustizia responsabile delle indagini sui brogli elettorali, dopo che il ministro della Giustizia, Bill Barr ha autorizzato i procuratori statunitensi a indagare su presunte frodi elettorali. Lo scrive il New York Times. Barr, da sempre uno strenuo difensore di Donald Trump, si è mosso sull'onda del fatto che il presidente statunitense, che ancora si rifiuta di ammettere la sua sconfitta, sostiene che ci siano stati diffusi brogli che gli hanno rubato la vittoria nel voto per la 'corsa' alla Casa Bianca.