AGI - Aumentano le vittime nel conflitto nella regione etiope del Tigray e il premier Abiy Ahmed ha decapitato i vertici dell'apparato di sicurezza, licenziando il capo dell'esercito, dell'intelligence e il ministro degli Esteri. Intanto continua l'offensiva cominciata cinque giorni fa nella regione e ci sono stati nuovi bombardamenti sulla regione secessionista. E il premier, Premio nobel per la pace, ha chiesto "comprensione" alla comunità internazionale.
Abiy ha lanciato mercoledì l'offensiva armata contro la regione dissidente del Tigray, nel nord del Paese del Corno d'Africa; e ha inviato l'esercito e l'aviazione nella regione ribelle per distruggere tutte le infrastrutture militari a disposizione dei miliziani del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (Tplf).
Berhanu Jula, che in qualità di vice capo di Stato Maggiore dell'esercito, giovedì aveva annunciato che il Paese era "entrato in una guerra che non aveva previsto", è stato promosso da Abiy a Capo di Stato Maggiore dell'esercito nazionale. "È umiliante per noi entrare in guerra contro il nostro popolo. Ma non abbiamo altra scelta", aveva osservato il tenente generale.
Il giorno prima il primo ministro aveva avviato l'offensiva militare contro il Fronte di liberazione del popolo del Tigrè, che governa nella regione senza rispettare l'autorità di Addis Abeba. Il primo ministro ha anche nominato Demelash Michael, che finora guidava l'agenzia di intelligence, a capo della polizia federale; e il suo posto vacante sarà occupato dall'ex presidente dello Stato regionale di Amhara Temesgen Tiruneh.
È la prima volta che Abiy Ahmed sostituisce completamente l'intera cupola della sicurezza del Paese, e lo ha fatto inserendo persone di sua stretta fiducia. Ha anche rimosso Gedu Anargachew dal ministero degli Esteri e lo ha sostituito con il vice primo ministro Demeke Mekonnen, che adesso ricoprirà entrambe le posizioni. Gedu, da parte sua, è stato nominato consigliere per la sicurezza di Abiy.
Il premier ha ordinato l'offensiva militare di buon mattino il 4 novembre, dopo aver accusato il Tplf, che ha monopolizzato il potere nel Paese per quasi tre decenni fino all'arrivo di Abiy, di aver "oltrepassato la linea rossa" attaccando una base dell'esercito etiope nel Tigrè per rubare armi e provocando "morti".
"Per più di due anni, il governo federale ha optato per la moderazione più assoluta, anche quando è stato criticato dai cittadini e dal Parlamento per non aver preso misure per fermare i latitanti che si nascondevano nel Tigray", ha detto oggi Abiy in un messaggio registrato in inglese.
Il premier ha accusato i ribelli di voler di destabilizzare il Paese: il Tplf ha "sponsorizzato, addestrato ed equipaggiato qualsiasi forza che fosse disposta a impegnarsi in atti violenti e illegali per far deragliare" la transizione democratica avviata. E ha rivolto un appello al mondo affinché comprenda le sua scelta: "Invito personalmente la comunità internazionale a comprendere il contesto e le trasgressioni della 'cricca' del Tplf".