AGI – Nel 2020 finora sono 32 i giornalisti uccisi nel mondo, dato un lieve calo da imputare alla pandemia di Covid-19 che ha ridotto le loro missioni sul terreno.
Lo rivela un bilancio di Reporter senza frontiere (Rsf), diffuso in occasione della Giornata internazionale per la fine dell’impunità per i crimini commessi contro i giornalisti. Con l’occasione l’organizzazione con sede a Parigi ha rinnovato il suo appello al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, a creare l’incarico di “rappresentante speciale per la sicurezza dei giornalisti”.
Per il segretario generale dell’ong, Christophe Deloire, finora Guterres ha “solo nominato un membro del suo team come contatto privilegiato. E’ l’unico gesto concreto ma non è abbastanza. Ora ha poco più di un anno per agire e lasciare un’eredità significativa in materia di lotta all’impunità e protezione dei giornalisti”.
Il conteggio complessivo per il 2020 sarà reso noto a fine anno, ma al momento indica una tendenza a ribasso, come già successo nel 2019, con 49 giornalisti uccisi nel mondo, un dato in calo rispetto al 2018, con una letalità inferiore nelle zone di conflitto.
“La crisi Covid ha davvero cambiato le dinamiche sul terreno. Meno giornalisti sono stati uccisi, ma su di loro sono state esercitate più pressioni ed esazioni. Le minacce sempre più sottili sono più difficili da combattere”, ha sottolineato Deloire.
I vertici di Reporter senza frontiere denunciano, inoltre, l’impunità quasi totale per i casi dei mille giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione durante l’ultimo decennio: neanche un’indagine, colpevoli mai puniti e meccanismi internazionali inefficaci. In occasione della giornata commemorativa, la Federazione internazionale dei giornalisti (Fij) ha invece lanciato una campagna mondiale contro quanti fanno uccidere giornalisti in tutta impunità, esortando i governi a “varare provvedimenti urgenti per proteggere la libertà di stampa e porre fine all’impunità”.