AGI - La Federcalcio della Tunisia non ha ammesso al campionato di quest'anno la squadra Hilal Chebba, che milita nella massima categoria; e per protesta i suoi tifosi, almeno duemila persone della città portuale di Chebba, ora minacciano di emigrare in Italia. Il loro è diventato un caso nazionale.
La Federazione calcistica ha deciso, il 17 ottobre scorso, di non iscrivere la Hilal Chebba "perché la società non ha completato la sua pratica nonostante la reiterate richieste". I tifosi l'hanno interpretata come l'ultima delle emarginazioni da parte della istituzioni centrali e promettono quindi di abbandonare il Paese.
Negli ultimi giorni a Chebba sono state organizzate diverse manifestazioni e uno sciopero generale per protestare contro la decisione, e molti negozi e aziende hanno chiuso i battenti. I manifestanti, armati delle bandiere della squadra del cuore, hanno bloccato l'ingresso principale della città e dato alle fiamme alcuni copertoni.
Vista l'assenza di reazione da parte della autorità è stato fondato un comitato per organizzare le partenze di gruppo verso le coste italiane. Il ministero dello Sport, allarmato dalla piega che sta prendendo il malcontento, si è scagliato contro la Federazione. Il ministro Kamal Daqish ha dichiarato che la sospensione dell'attività di Hilal da parte della Federcalcio tunisina è illegale e ha minacciato di "sciogliere la federazione in caso di inadempienza o comportamento scorretto".
Pare che alla base della decisione dell'esclusione ci siano alcune dichiarazioni del patron della società calcistica che nei mesi scorsi aveva chiesto più trasparenza all'interno della Federazione.