AGI - Steven Gallant scontava una lunga condanna per aver ucciso un vigile del fuoco davanti a un pub di Londra. Dodici anni dopo il delitto il caso aveva voluto che diventasse un eroe: il 29 novembre del 2019 era stato lui a fermare un fondamentalista islamico che aveva deciso di compiere una strage alla Fishmongers' Hall vicino al London Bridge.
Le immagini di Gallant che, armato di una zanna di narvalo, si lanciava all'inseguimento del terrorista e riusciva a fermarlo, avevano fatto il giro del mondo e avevano colpito - tra gli altri - anche la regina Elisabetta che aveva deciso che quell'uomo andava premiato.
E l'unico modo per riconoscere la capacità di un uomo di cambiare è dargli una nuova opportunità, così Sua Maestà ha deciso di fare ricorso a una delle prerogative reali per concedere la grazia a Gallant, che aveva già scontato 12 dei 17 anni della sua condanna per omicidio, Gallant, che ha 42 anni, vedrà la sua pena ridotta di 10 mesi e potrebbe uscire il prossimo giugno. La stessa famiglia del pompiere ucciso da Gallant, Barrie Jackson, appoggia la decisione di liberarlo in anticipo.
Lo scorso novembre Gallant aveva bloccato un terrorista a Londra
"Ho emozioni contrastanti, ma quello che è successo al London Bridge dimostra la realtà che le persone possono cambiare", ha detto il figlio di Jackson, Jack, uno studente di 21 anni. Il governo ha spiegato che alla regina è stato consigliato di concedere la grazia in virtù delle "azioni eccezionalmente coraggiose" compiute da Gallant "che hanno contribuito a salvare la vita di tante persone nonostante l'enorme rischio per la sua". Il 29 novembre dell'anno scorso, Gallant era al suo primo giorno fuori dal carcere e partecipava alla conferenza 'Learning Together' organizzata proprio per aiutare i detenuti al reinserimento nella società. All'evento, alla Fishmongers Hall vicino al London Bridge, era stato invitato anche Usman Khan, un 28enne cittadino britannico, in libertà vigilata, nonostante nel 2012 fosse stato arrestato per aver pianificato di mettere una bomba alla Borsa di Londra. Tra gli organizzatori dell'evento c'era Jack Merritt, da pochissimo laureato a Cambridge, coordinatore del programma di reinserimento legato all'istituto di criminologia dell'Università.
Khan scelse male il suo obiettivo: in quel momento nella Fishmongers' Hall (un posto iconico nella cultura imprenditoriale londinese, perché dal 1300 vi si ritrovava la comunità di pescatori) c'erano non solo studiosi, ma anche (e soprattutto) gente con un passato criminale: si presentò con due coltelli da cucina assicurati con il nastro adesivo alle mani e cominciò a colpire a caso; ma invece di affrontare cittadini inermi, si ritrovò circondato da gente che non esitò a reagire.
Tra questi, Gallant appunto, il quale imbracciato uno dei cimeli marinareschi esposti nella sala, una zanna di narvalo lunga quasi due metri, si lanciò all'inseguimento dell'aggressore. Khan fuggì lungo il ponte di Londra, dove in tre lo raggiunsero: un uomo con un estintore che gli spruzzò contro la schiuma, uno chef polacco e Gallant 'armato' della zanna.
Quando arrivarono i poliziotti, scesi da un'auto civetta, Khan era già a terra, sopraffatto, ma gli agenti, vedendo un giubbotto esplosivo, rivelatosi poi finto, aprirono comunque il fuoco. Fu ucciso, ma aveva già seminato la morte, uccidendo due persone e ferendone altre tre.
A chiudere il cerchio delle straordinarie circostanze di questa storia di delitto, perdizione e lieto fine il fatto che Gallant conoscesse bene Jack Merritt, il giovane di belle speranze che fu una delle due vittime nell'attentato. Proprio Merritt aveva guidato Gallant nel suo percorso di riabilitazione. "Steve sente un debito di gratitudine verso tutti coloro che lo hanno aiutato a ottenere la grazia. Non vede l'ora di usare le sue conoscenze ed esperienze per aiutare gli altri a evitare il crimine", ha detto il suo avvocato alla stampa britannica.