AGI - Una fila interminabile, lunga almeno due isolati, per votare restando comodamente in auto (drive-thru) allo HCC, il comunity college di Houston, in Texas, dove ieri è scattato l’early voting, il voto anticipato in vista dell’Election Day del 3 novembre. Lunga ma scorrevole almeno intorno alle 12 di ieri, nonostante l’incredibile affluenza e le misure per evitare i contagi di coronavirus.
“Abbiamo aperto alle 7 ma c’era già gente in fila. È stato un continuo, non ci siamo fermati un attimo”, riferisce un addetto che indirizza le auto verso le postazioni mobili, allestite sotto una serie di tendoni messi uno vicino all’altro. Lui è tutto bardato: mascherina, schermo di plastica, cappello per il sole. “Immagino di sembrare un po’ matto”, dice scherzosamente prima di passare alle istruzioni: “Spegnete il motore quando vi fermate sotto la tenda e i telefoni cellulari. Si vota uno alla volta, anche se in macchina ci sono otto persone”.
Alcuni si accostano alle vetture in fila vicine al traguardo per chiedere quanto bisogna aspettare. L’attesa è in media di 40 minuti. Una volta arrivati sotto la tenda, gli scrutatori chiedono un documento per verificare se si è registrati per votare (negli Usa è obbligatorio).
A ciascun elettore viene dato un codice che si deve inserire per poter esprimere la propria preferenza utilizzato un grande tablet, spesso e pesante, che viene passato dal finestrino.
La prima scelta è per il ticket presidenziale: Trump-Pence oppure Biden-Harris. Poi si scelgono i parlamentari, i giudici, i sindaci, i consiglieri comunali, gli sceriffi, i commissari e altri funzionari pubblici eletti come quelli per i distretti scolastici. Una legge dello Stato introdotta quest’anno in Texas impedisce di votare in un solo colpo per tutti i candidati di uno stesso partito, bisogna selezionarli uno ad uno e ci vuole un po’. “Grazie per aver votato. Ora puoi lasciare il booth”, è il messaggio finale mentre lo scrutatore ti premia con uno sticker “I voted”.
I seggi in Texas chiudono alle 19:00 ma alla gente che si mette in fila entro quell’ora viene consentito votare e quindi in molti casi si sfora. Intorno alle 19:30 di ieri nella sola contea di Harris, quella che contempla anche Houston, avevano votato in 128.000: un record assoluto.
Il precedente picco per il primo giorno di “early voting” nella contea Harris era stato raggiunto nel 2016 a quota 68.000: una cifra battuta già alle 13:40 di ieri. Nella contea di Fort Bend, a sud di Houston, un’area suburbana in forte espansione con 800.000 abitanti, sono stati registrati problemi tecnici in almeno 30 seggi ieri, secondo quanto riferito dal giudice K.P. George, il più alto funzionario eletto della contea.
I texani che si sono registrati per votare nel 2020 sono 16,9 milioni, secondo gli ultimi dati del governo di Austin, ovvero 3 milioni più rispetto al 2016 e 1,3 milioni in più rispetto alle elezioni di metà mandato del 2018. “Questa elezione è la più importante da generazioni”, dice Mark, 50 anni, democratico, “è sempre importante far contare il proprio voto”.
Eric, repubblicano, non vota da 10 anni ma ritiene che il 2020 sia uno spartiacque per l’America. “Prima non votavo perché tanto ero sicuro che il Texas avrebbe attribuito la vittoria ai candidati del Grand Old Party. Ora dicono che c’è un’onda blu. Che Joe Biden potrebbe addirittura vincere e quindi ho capito che dovevo far sentire la mia voce perché il Texas deve restare rosso”.
Sebbene un candidato democratico alla presidenza non vinca nello Stato della stella solitaria dai tempi di Jimmy Carter nel 1976, i sondaggi concedono a Biden qualche speranza. FiveThirtyEight segnala Trump avanti 1,5 punti sull’ex vice presidente in Texas.
La moglie di Biden, Jill ha fatto campagna ieri nello Stato in concomitanza con l’avvio dell’early voting e dove il team dell’ex numero due di Barack Obama ha investito 6 milioni di dollari in spot nelle ultime 4 settimane prima dell’Election Day.