AGI - In Francia il progetto di legge sul separatismo presentato nei giorni scorsi dal presidente Emmanuel Macron riguarda principalmente l'islam radicale, ma i servizi dell'Eliseo hanno lanciato l'allarme anche sulla "minaccia dei suprematisti bianchi", di cui almeno 2 mila sono sotto sorveglianza.
Del resto dall'inizio del mandato Macron gendarmi e direzione generale dei servizi di sicurezza interna hanno sventato almeno cinque attentati di ultra-destra e diversi esponenti di reti quali 'Barjols', l'Oas del nazionalista Logan Nisin e Azione delle forze operative (Afo) sono stati fermati mentre stavano preparando attentati.
Il coordinatore nazionale dei servizi d'intelligence e della lotta al terrorismo, Laurent Nunez, ha avvertito che nel Paese la minaccia del terrorismo è "in crescente ascesa e sempre più complessa", ma un altro motivo di preoccupazione è il "suprematismo bianco, di gente convinta che bisogna armarsi per difendersi", anch'esso inserito nel progetto di legge contro il separatismo.
Fonti di polizia citate dal quotidiano Le Figaro hanno confermato che tra mille e 2 mila esponenti di ultra-destra sono attualmente monitorati dall'intelligence, di cui alcune centinaia di militanti suprematisti.
"Qualunque matto, pur non essendo un esperto di terrorismo, è in grado di fare danni" ha detto il politologo Jean-Yves Camus, esperto di radicalismi, alla rivista Marianne in riferimento ai suprematisti bianchi e a quanti militano nell'estrema destra violenta "C'è una vecchia fantasia dell'ultra-destra francese, ma anche europea e americana, che è quella di preparare ma anche auspicare l'avvento di una esplosione parossistica che sarebbe il principio di uno scontro razziale con l'obiettivo di ripulire i Paesi bianchi dalla popolazione 'aliena'", ha spiegato Camus. S
econdo l'esperto, in Francia il gruppo di Nisin rientra nella categoria dei suprematisti bianchi accanto a gruppi skinhead quale la Divisione nazionalista rivoluzionaria (Dnr) che veicolano l'idea della superiorità della razza bianca e, in alcuni casi, accarezzano l'idea di un colpo di stato e di una presa del potere con le armi.
Nel 2019 alcuni gruppi skinhead neonazisti sono stati sciolti - Blood & Honor, Combat 18, Charlemagne Hammerskin e Bastion social - ma i loro esponenti sono ancora sotto sorveglianza delle autorità. Sul web, ma non solo, sono anche attivi gruppuscoli quali Les Braves (ex-Suavelos) e l'Equipe communautaire di Parigi (Ecp), survivalisti e promotori del nazionalismo bianco.
Altri gruppi, invece, si vedono come un baluardo, una risposta agli attentati jihadisti che negli anni scorsi hanno insanguinato il Paese. Tra questi c'è il gruppo dell'Afo, per lo più dei super patrioti ossessionati dalle ferite della Guerra d'Algeria, che hanno nel mirino i musulmani in generale. Molti di questi militant i- eta' media tra 30 e 62 anni - sono poliziotti, gendarmi, militari e alcuni ex diplomatici.
Secondo Camus molti di questi suprematisti bianchi ed esponenti della destra ultra hanno consultato documenti e libri in circolazione sulla rete e in alcune librerie, arrivati direttamente dagli Stati Uniti, a cominciare dal loro testo di riferimento, i 'Carnets Turner', pubblicati nel 1978: un piano estremamente violento per sterminare chiunque si frapponga sulla strada dei suprematisti, tutti i loro nemici.
Se vanno considerati una minaccia concreta, il politologo esperto di radicalismi ha spiegato che i servizi di intelligence stanno monitorando tutti nell'ultra-destra e allo stesso modo gli ambienti della sinistra radicale, che si sono manifestati durante il movimento di protesta dei gilet gialli fino al radicalismo islamico.
Già nel 2016, l'ex direttore della Direzione generale alla sicurezza interna, Patrick Calvar, aveva allertato il Parlamento sul rischio di "scontro diretto tra l'ultra-destra e il mondo musulmano". Secondo alcuni osservatori recenti attacchi e incendi contro moschee, come successo a Lione lo scorso agosto, potrebbero essere un segnale, mentre per altri sono ancora tutti da dimostrare gli eventuali collegamenti con l'ultra-destra.
"Il primo freno è che in Francia rispetto agli Stati Uniti non abbiamo lo stesso rapporto con la violenza ed è molto più complicato procurarsi armi semi-automatiche", ha sottolineato Camus. Per giunta nei ranghi della destra più radicale, ci sono "molti personaggi virulenti con le parole ma che, per fortuna, raramente dovrebbero entrare in azione".