AGI - L'uomo soprannominato il "killer di Twitter", che secondo l'accusa ha ucciso e smembrato nove persone che aveva contattato via Twitter, si è dichiarato colpevole in apertura del processo a Tokyo.
Takahiro Shiraishi, 29 anni, è accusato di aver conservato nel congelatore i corpi di sei delle sue vittime e non ha contestato l'accusa di aver ucciso nove persone, affermando che "è corretta".
La mattina di Halloween del 2017, la polizia scoprì una casa degli orrori in quella di Takahiro Shiraishi: nove corpi smembrati con 240 pezzi di ossa nascosti in congelatori e cassette degli attrezzi, cosparsi di lettiera per gatti nel tentativo di nasconderne l'odore. L'uomo è sospettato di aver adescato le vittime, di età compresa fra i 15 e i 26 anni, scelte su Twitter fra persone che sembravano avere tendenze suicide dicendo di poterli aiutare nei loro piani per farla finita o addirittura di voler morire insieme a loro.
La polizia ha arrestato Takahiro Shiraishi tre anni fa durante le indagini sulla scomparsa di una donna di 23 anni che avrebbe twittato di volersi suicidare. Dopo la scomparsa della ragazza, il fratello riuscì a entrare nel suo account Twitter e avrebbe notato un nome-utente sospetto nei suoi scambi.
Oggi, più di 600 persone si sono messe in fila davanti al tribunale per cercare di ottenere uno dei 13 posti riservati al pubblico per la prima udienza. Gli avvocati dell'imputato chiedono che le accuse siano derubricate a "omicidio con consenso", che comporta una condanna da soli sei mesi a sette anni di carcere, sostenendo che le vittime hanno acconsentito ad essere uccise.
Se condannato per omicidio, Takahiro Shiraishi rischia la pena di morte, che in Giappone viene eseguita per impiccagione.
Il Giappone ha il più alto tasso di suicidi tra i paesi industrializzati del G7, con oltre 20.000 suicidi all'anno. Ma il tasso di suicidi è in calo da quando ha raggiunto il suo picco nel 2003.