AGI - La Corte Suprema spagnola ha confermato la sentenza di un anno e mezzo di interdizione dai pubblici uffici per il presidente catalano Quim Torra per disobbedienza. Torra era accusato di aver disobbedito in maniera "reiterata e ostinata" alla richiesta della Commissione Elettorale di rimuovere dagli edifici pubblici, durante il periodo del voto, i nastri gialli affissi per mostrare solidarietà agli indipendentisti catalani detenuti.
La Corte Suprema ha quindi rigettato il ricorso di Torra contro la condanna della Corte Superiore di Giustizia catalana, che lo aveva riconosciuto colpevole di aver violato "il principio di neutralità al quale devono attenersi le amministrazioni" in vista delle urne. L'ex presidente, la cui interdizione ha effetto immediato, si era difeso sostenendo che la richiesta della Commissione elettorale violava la sua libertà di espressione. La Corte Suprema ha invece stabilito che la libertà di espressione non si configura nella "disobbedienza agli ordini ripetuti di un organo costituzionale la cui funzione è garantire la trasparenza e la legalità dei processi elettorali e che esige la neutralità dei poteri e delle amministrazioni pubbliche".
L'interdizione, a cui si aggiunge una multa di 30 mila euro, impedisce a Torra di esercitare qualsiasi carica elettiva, a livello locale, statale ed europeo. Il governo spagnolo ha affermato di "rispettare" le decisioni della Corte, mentre il presidente del Parlament catalano, Roger Torrent, ha parlato di decisione "impropria" in una democrazia. Il presidente del Partito Popolare, Pablo Casado, ha chiesto invece l'immediata convocazione di nuove elezioni in Catalogna.