AGI - Diciassette anni dopo l'invasione dell'Iraq, gli Usa hanno annunciato che ridurranno da 5.200 a 3.000 il numero di soldati nel Paese. "Riconoscendo i grandi progressi compiuti dalle forze irachene e in consultazione e coordinamento con il governo iracheno e i nostri partner della coalizione, gli Stati Uniti hanno deciso di ridurre la loro presenza militare in Iraq da circa 5.200 a 3.000 uomini durante il mese di settembre", ha annunciato il generale Kenneth McKenzie, capo del comando militare statunitense in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti hanno sostanzialmente ridotto la loro presenza militare in Iraq intorno al 2012, ma hanno aumentato la loro presenza e attività dal 2014 per combattere lo Stato Islamico, dopo che il gruppo jihadista aveva allargato il controllo delle aree in Iraq e Siria. Sempre a detta del generale McKenzie, saranno messi in atto programmi speciali in collaborazione con le forze irachene che permetteranno agli Usa ridurre la propria presenza in Iraq. "Questa decisione è dovuta alla nostra fiducia nella maggiore capacità delle forze di sicurezza irachene di operare in modo indipendente", ha spiegato il generale, secondo cui l'"obiettivo finale" è una forza di sicurezza irachena in grado di prevenire la rinascita dell'Isis e di assicurare la sovranità dell'Iraq senza assistenza esterna. L'Us Army quindi assisterà ancora i partner iracheni nello "sradicare" quel che rimane delle milizie dello Stato islamico, assicurandone la "sconfitta duratura".
L'annuncio è in linea con la promessa del presidente Donald Trump, di mettere fine alle "infinite guerre" degli Stati Uniti. In occasione di un incontro allo Studio Ovale con il premier iracheno Mustafa al-Kadhimi, il mese scorso il capo della Casa Bianca aveva detto ai giornalisti che "non vediamo l'ora che arrivi il giorno nel quale non dovremo più esserci" (in Iraq, ndr). All'inizio di quest'anno, gli Stati Uniti avevano già concentrato le proprie truppe in un numero minore di località irachene, ritirandosi da alcuni basi, dopo che decine di attacchi con razzi avevano preso di mira sia le truppe, che l'ambasciata Usa, che i convogli logistici diretti alle basi irachene. Almeno sei i militari morti: tre americani, un britannico e due iracheni. I funzionari statunitensi avevano attribuito la responsabilità degli attacchi a fazioni integraliste vicine a Teheran.
A quanto riferito da un alto funzionario dell'amministrazione Trump, il presidente annuncerà nei prossimi giorni ulteriori ritiri di truppe dall'Afghanistan. Washington ha attualmente 8.600 soldati dispiegati nel Paese in conformità con un accordo bilaterale firmato a febbraio tra Washington e i talebani.(AGI)