AGI - "Dal punto di vista medico il messaggio è chiaro: bisogna smetterla di vivere a contatto con gli animali come si usa fare in molti paesi dell'Asia". È l'invito che il genetista Mauro Giacca, professore del King's College di Londra, ha rivolto in occasione di un incontro a Trieste su 'Come migliorare il nostro rapporto con la Natura dopo il coronavirus', nell'ambito del programma del Science in the City Festival di Esof2020.
"Il fatto di vivere a stretto contatto tra uomini e animali ci ha regalato l'influenza aviaria, la suina, la la Sars e ora il coronavirus. In Africa ha portato ebola. Quindi, bisogna stare lontano dagli animali".
"Gli animali", ha spiegato Giacca, "sono pieni di virus, molti di questi hanno la facilita' di fare il salto di specie". Ma "noi siamo impreparati, non siamo evoluti per difenderci dai virus degli animali". Ognuno, dunque, deve stare nel proprio spazio.
"Non stiamo a contatto con allevamenti massicci di polli", ha puntualizzato il genetista, "di suini, non lasciamo i mercati con le bestie vive che si toccano e si portano a casa. Se dobbiamo fare allevamento e macellazione dobbiamo farlo in ambienti protetti, igienicamente controllati".
"Non è un caso", ha concluso Giacca, "che queste malattie siano partite dagli animali in Asia e Africa e non in Europa o in altri Paesi. Ci sono abitudini millenarie che fanno sì che ci sia questo rapporto con gli animali che e' totalmente inconcepibile in un pianeta di 7 miliardi di persone".