AGI - Donald Trump sarà il protagonista assoluto della convention repubblicana che prenderà il via domani alle 20.30 (le 2.30 in Italia) a Charlotte, in North Carolina, e incoronerà ufficialmente il presidente americano per la corsa a un secondo mandato alle elezioni del 3 novembre negli Stati Uniti.
Costretto dalla pandemia a tenere un conclave quasi interamente virtuale, il capo della Casa Bianca non avrà le folle elettrizzanti che ama ma approfitterà di ogni momento per usare tutta l'artiglieria contro il rivale, Joe Biden, appena investito nella convention dei democratici. Trump interverrà ogni sera intorno alle 22 (le 4 in Italia), secondo quanto anticipato dal New York Times che ha osservato come si tratti di uno strappo alla tradizione delle convention che vuole il 'nominato' intervenire solo per un saluto all'apertura e il discorso di ringraziamento nella giornata finale.
Domani, giornata della Terra promessa, il presidente sarà di persona al Convention Center che ospiterà la piccola convention repubblicana a Charlotte. In mattinata ci sarà la conta dei 336 delegati dei 50 Stati del Paese per nominarlo, un 'roll call' che il Grand Old Party ha voluto fosse di persona malgrado l'emergenza coronavirus.
L'altro momento clou sarà nell'ultima giornata, giovedì, quando pronuncerà il suo discorso di accettazione dal Giardino della Casa Bianca, un ambiente privilegiato che secondo i critici offusca i confini tradizionalmente rispettati tra i doveri del presidente e gli atti del presidente candidato. Ma Trump ha assicurato che farlo lì era il più sicuro e il meno costoso per il Paese e che, dopotutto, ora quella è la sua casa. "È un posto che mi fa sentire bene, fa stare bene il Paese", ha detto al New York Post.
Si sa ancora poco del programma, se non che mercoledì (giornata intitolata alla Terra di eroi) sarà il momento del vice presidente, Mike Pence, per la sua riconferma. Parlerà da Fort McHenry, enclave storica vicino a Baltimora, luogo sacro per l'indipendenza americana. Martedì (giornata della Terra di opportunità) invece la First lady, Melania Trump, parlerà dall'iconico roseto della Casa Bianca.
La modella arrivata dalla Slovenia a metà degli anni Novanta cerchera' di far dimenticare il ruolo del 2016, quando il suo messaggio davanti alla Convention nazionale repubblicana è stato accusato di aver plagiato interi passaggi del discorso di Michelle Obama del 2008. Le sue parole sono ora attese con impazienza, non solo per il solito profilo basso della First lady, ma perché giorni fa il suo rifiuto di prendere la mano del marito al momento della discesa dall'Air Force One aveva sollevato sospetti di tensioni all'interno della coppia presidenziale.
Altri membri della famiglia Trump, in particolare la figlia maggiore e consigliera Ivanka, avranno un posto di rilievo, sempre martedì, così come alleati del presidente, come il leader della minoranza alla Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy, e l'ex ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu, Nikki Haley.
Nella lista degli ospiti speciali ci sono anche Patricia e Mark McCloskey, trasformati in eroi della destra dopo essere stati filmati mentre brandivano armi da fuoco contro un gruppo di manifestanti in marcia a St. Louis in piena crisi per l'uccisione di George Floyd. Potrebbe intervenire anche Nicholas Sandmann, un neolaureato cattolico che è diventato famoso nel 2019 quando, sfoggiando un cappellino da baseball dallo slogan di Trump "Make America Great Again", è apparso sui media mentre prendeva in giro un anziano indigeno durante una visita scolastica a Washington.
La nomination arriva non nel migliore dei momenti per Trump. Ad offuscare, di nuovo, l'immagino dell'ex tycoon sono le parole della sorella, l'ex giudice federale Maryanne Trump Barry, che lo ha definito "crudele", "bugiardo", "senza principi" e quindi "inaffidabile" e ha affermato che sarebbe entrato all'università della Pennsylvania facendo fare a qualcun altro il test di ammissione al posto suo. I giudizi sono contenuti in alcune registrazioni fatte di nascosto dalla nipote Mary Trump, autrice di un libro-denuncia contro il presidente, diffuse in esclusiva dal Washington Post.