AGI - Sui social pubblicava le foto che lo ritraevano "in ufficio al lavoro sulla crisi in Bielorussia" ma i paparazzi lo hanno colto domenica a bordo di uno yacht di lusso in Croazia.
Finisce così nella polemica il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, accusato dall'opposizione di mentire al Paese.
Nei post su Facebook pubblicati giovedì e domenica, Szijjarto dichiarava di "essere stato impegnato a telefonare alle controparti dell'Ue per discutere della crisi in Bielorussia" con tanto di foto alla scrivania.
Ma il sito di giornalismo investigativo Atlatszo.hu ha pubblicato uno scatto - di domenica - che lo ritrae a bordo della lussuoso imbarcazione di proprietà di Laszlo Szijj, un importante uomo d'affari.
I partiti di opposizione hanno quindi accusato il capo della diplomazia di mentire e hanno chiesto le sue dimissioni.
"Szijjarto ha mentito dicendo che stava lavorando in un ufficio mentre era in vacanza sullo yacht di lusso di un miliardario", ha scritto in una nota il partito socialista.
Le immagini hanno sollevato interrogativi anche sui legami di Szijjarto con Szijj, un magnate delle costruzioni elencato come il quarto uomo d'affari più ricco dell'Ungheria e che negli ultimi anni si è aggiudicato molte gare d'appalto statali.
Secondo i socialisti, le azioni di Szijjarto potrebbero anche aver posto dei rischi per la sicurezza nazionale. "In una democrazia funzionante, questo è motivo di dimissioni", ha detto Katalin Cseh, eurodeputato di un altro partito di opposizione, Momentum.
Il premier Viktor Orban, che è stato criticato per non aver commentato finora gli eventi in Bielorussia, aveva inoltre incoraggiato gli ungheresi a trascorrere le vacanze estive a casa per ridurre il rischio di contagi da coronavirus.
Un funzionario del ministero degli Esteri è intervenuto su Facebook con un messaggio per chiarire che "Si', il ministro è in ferie ma lavora allo stesso tempo".
"Anche i suoi oppositori riconoscono il ritmo del lavoro del ministro, operativo anche durante le vacanze", ha affermato il funzionario, Tamas Menczer, che ha criticato le fotografie per "violazione della privacy".