AGI - Violenze e scontri a Beirut durante una manifestazione che ha assunto dimensioni oceaniche, per protestare contro la gestione da parte del governo della tremenda esplosione di martedì nel deposito di nitrato di ammonio al porto della capitale libanese.
La manifestazione si è spinta fino vicino al Parlamento. Si sono registrati scontri con le forze dell'ordine che hanno utilizzato i gas lacrimogeni. I dimostranti si sono poi sostati nella sede del ministero degli Esteri e vi hanno fatto irruzione. Bruciati ritratti del presidente Michel Aoun che erano esposti negli uffici. L'esercito è stato schierato a fianco della polizia per contenere i manifestanti. Nei tafferugli si contano 109 feriti, secondo la Croce Rossa.
La rabbia a Beirut è anche contro il movimento sciita Hezbollah, non solo contro il governo. I manifestanti, scesi in piazza in migliaia, hanno intonato slogan contro il gruppo filo-iraniano, accusato di contribuire al fallimento del Paese.
È stato intanto aggiornato il bilancio dell'esplosione. Il ministero libanese della Salute ha reso noto che i morti accertati sono 158, i feriti 6.000 e i dispersi 21.
La Francia ha smorzato le ipotesi di un attacco missilistico, che non erano state esclude dal presidente Aoun. Fonti dell'Eliseo hanno sapere che, secondo Parigi, vi sono elementi sufficienti per ritenere che si sia trattato di un incidente.