Il governo e la famiglia reale continuano a mantenere un riserbo strettissimo su dove si trovi ora Juan Carlos, il re emerito che ha comunicato ieri la decisione di lasciare la Spagna per evitare che il deterioramento della sua immagine, sporcata dalle accuse di corruzione, possa danneggiare il regno del figlio Felipe VI. Mettendo da parte le voci più fantasiose, che lo vorrebbero in Francia o addirittura in Italia, le due ipotesi più probabili sono che l'ex monarca si sia ritirato in Portogallo o che vi abbia fatto tappa per poi prendere un volo per i Caraibi, probabilmente per la Repubblica Dominicana. I media sembrano però concordare sul fatto che Juan Carlos abbia lasciato il Paese già nel fine settimana, prima che venisse ufficializzata la sua scelta di allontanarsi.
Portogallo o Caraibi?
Secondo la rete televisiva portoghese Tvi, la nuova dimora del re emerito sarebbe Estoril, la località dove Juan Carlos trascorse parte della sua infanzia, ai tempi dell'esilio della famiglia reale, nella municipalità di Cascais, dove anche Umberto II di Savoia visse a partire dal 1961. Le autorità locali, interpellate dall'agenzia Efe, non hanno potuto confermare l'arrivo dell'ottantaduenne sebbene la settimana scorsa il sindaco Carlos Carreiras si fosse dichiarato pronto ad accoglierlo "a braccia aperte".
Secondo il quotidiano Abc, conservatore e filomonarchico. Juan Carlos sarebbe invece solo transitato in Portogallo, per poi volare verso la Repubblica Dominicana, dove lo aveva invitato un suo amico di vecchia data, l'imprenditore cubano Pepe Fanjul.
Il re emerito, scrive Abcm avrebbe trascorso il fine settimana a Sanxenxo, in Galizia, dove ha amici fidati e trascorre spesso le vacanze, per poi passare la frontiera in auto e recarsi a Porto, da dove avrebbe preso un aereo per Santo Domingo. Anche El Mundo e La Vanguardia sostengono che Juan Carlos si sia recato ai Caraibi, pur non sbilanciandosi sul luogo preciso. El Confidencial sostiene invece la stessa versione della televisione portoghese Tvi, che vuole l'ex monarca a Estoril.
Di cosa è accusato Juan Carlos
Il re emerito ha comunicato ieri al figlio, il re Filippo VI, la sua decisione di lasciare la Spagna per salvaguardare il prestigio della Corona, dopo mesi di notizie che avevano guastato in modo irrimediabile l'immagine pubblica di un monarca che fu popolarissimo. Le accuse più gravi riguardano una tangente da 100 milioni di dollari che Juan Carlos avrebbe incassato dall'ex re saudita, Abdallah, per la sua opera di mediazione nella concessione a 12 imprese spagnole, nel 2012, dell'appalto per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità tra le due città sante dell'Islam: la Mecca e la Medina. Secondo i media iberici, Juan Carlos sarebbe intervenuto anche quattro anni dopo, quando ormai aveva lasciato il trono, per ricomporre un contenzioso, legato ai ritardi nella realizzazione dei lavori, che stava rischiando di far saltare l'affare.
La somma, secondo le accuse, sarebbe stata poi depositata su un conto segreto in Svizzera, dove Juan Carlos avrebbe nascosto al fisco parte delle sue ricchezze. Avevano fatto inoltre molto rumore, nelle ultime settimane, le voci su una donazione da 65 milioni di euro all'amante Corinna Larsen, anch'essa nascosta all'erario. Rivelazioni che avevano riacceso il dibattito sull'inviolabilità legale della persona del re.
La Corte suprema indaga
Con in carica un governo di sinistra - per di più in piedi grazie al voto degli indipendentisti baschi e catalani - Juan Carlos ha cercato con il suo allontanamento di evitare che la discussione portasse a una revisione costituzionale che si ritorcesse contro il figlio. Anche dopo aver lasciato la Spagna, Juan Carlos manterrà il titolo di re emerito che gli era stato riconosciuto dopo la sua abdicazione nel giugno 2014. Il vitalizio gli era stato ritirato lo scorso marzo dal re Felipe che, per limitare i danni, aveva inoltre rinunciato all'eredità del padre.
Sui possibili llleciti compiuti dopo l'abdicazione, la Corte suprema di Madrid ha aperto proprio in questi gironi una nuova inchiesta in seguito a un esposto presentato da Izquierda Unida e dal Partito Comunista. Un analogo ricorso presentato in passato dalle due formazioni di sinistra era stato invece respinto.