AGI - E’ diventata un’interpellanza urgente - che verrà illustrata venerdì mattina alla Camera alla presenza del governo - l’interrogazione parlamentare chiesta la settimana scorsa al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, dalla deputata del Pd Laura Boldrini e sottoscritta da 35 deputate dell'intergruppo Donne, sulla questione diritti umani in Turchia: in particolare si chiederà al governo “quali azioni intenda intraprendere, nei consessi bilaterali con la Turchia, così come in quelli internazionali ed europei, per assicurare il rispetto dei diritti umani, la protezione dei minori dagli abusi sessuali, la promozione dei diritti delle donne contro la violenza di genere e il diritto a contrarre il matrimonio solo sulla base di un pieno e libero consenso”.
Rischio amnistia per abusi sessuali su minori
L’iniziativa, come spiega all’AGI la stessa Boldrini che interverrà in aula venerdì, si è imposta “vista l’urgenza assoluta del tema”: entro il 25 luglio, dovrebbe essere messo ai voti del Parlamento turco un emendamento all’articolo 103 del Codice penale, depositato dal partito di governo Akp, che permetterebbe agli autori di abusi sessuali su minori di essere lasciati liberi, qualora sposassero le loro vittime.
“Sulla scia delle notizie arrivate dalla Turchia su quella che di fatto sarebbe un’amnistia per gli uomini autori di abusi sessuali su minori, abbiamo deciso di portare l’attenzione su questo tema”, riferisce la ex presidente della Camera.
“In Turchia, avevano già provato nel 2016 a portare avanti lo stesso emendamento”, ha ricordato Boldrini, “ma è stato poi ritirato, dopo una massiccia mobilitazione; ora, però, la minaccia si ripropone e l’emendamento potrebbe essere votato entro sabato, giorno della chiusura dei lavori parlamentari prima della pausa estiva, anche se non se ne dà, volutamente, informazione precisa per cercare il più possibile di cogliere gli oppositori impreparati. A peggiorare il quadro sono anche le voci sempre più ricorrenti, accompagnate da dichiarazioni ufficiali di esponenti del partito di governo su una possibile uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul”.
"Protagonismo turco non può lasciarci indifferenti"
Boldrini sostiene che “con la Turchia si dovrebbe essere più vigili e attivi nell’arginare la linea che sta portando il Paese verso un accentramento del potere nelle mani del presidente”. “Dopo il fallito golpe del 2016”, denuncia la deputata Pd, “c’è stata una chiusura e una reazione sproporzionata; questo è un Paese della Nato che si sta comportando in modo difficilmente riconducibile al quadro Atlantico, come dimostra anche il suo coinvolgimento in Libia”. “Il protagonismo turco nel Mediterraneo”, conclude la ex presidente della Camera, “non può lasciarci indifferenti poiché è mosso da un chiaro intento egemonico e di sfruttamento delle risorse e anche perché propina una visione oscurantista e in violazione dello Stato di diritto, con migliaia di arrestati tra giornalisti, giudici e impiegati pubblici in attesa di giudizio”.