Donald Trump "Back to the future" sul coronavirus: cede alla mascherina twittando una foto con la protezione sul volto, nera con il sigillo presidenziale. È il primo dietrofront ufficiale, dopo averla snobbata e derisa per mesi. "Siamo uniti nello sforzo di sconfiggere l'invisibile virus cinese e molti dicono che indossare la mascherina è patriottico quando non si può mantenere il distanziamento sociale.
Non c'è nessuno più patriottico di me, il vostro presidente preferito", cinguetta il tycoon mentre negli Usa i contagi sono oltre 3,8 milioni, i decessi quasi 141 mila e lo sfidante democratico per la Casa Bianca Joe Biden è avanti di almeno 9 punti nei sondaggi nazionali. Poco prima aveva annunciato la ripresa delle conferenze quotidiane sul coronavirus: ogni giorno alle 17 di Washington, le 23 in Italia, probabilmente già a partire da oggi.
"Penso sia un gran modo di informare il pubblico sullo stato dell'arte del vaccino, delle terapie e in più in generale su come siamo messi. Abbiamo tenuto briefing molto di successo. Quando li facevo c'era un sacco di gente che ci seguiva", ha sottolineato il presidente che tra marzo e aprile si presentava più o meno regolarmente in sala stampa con la task force sul Covid-19. "Nella storia della tv via cavo non c'è mai stato nulla simile", si è trumpianamente vantato.
Solo il 38% degli americani apprezza la risposta di Trumo alla pandemia
Ed è vero che è salito nei sondaggi con i suoi interventi quotidiani sul coronavirus, tra smentite, attacchi e ipotesi bizzarre come quella di ingerire candeggina come antidoto. Con il dilagare della pandemia negli Usa, i briefing sono stati diradati mentre la polarità di Trump è scesa con l'aumentare delle infezioni.
Un sondaggio Abc News-Washington Post segnala come solo il 38% degli americani apprezzi la risposta del presidente alla pandemia, dal 46% di maggio e dal 51% di fine marzo, quando all'America sembrava essere stato risparmiato il peggio della crisi. Il vantaggio di Biden è cresciuto al punto tale da far intravedere ai democratici la possibilità di conquistare anche Stati tradizionalmente repubblicani, dirottandovi risorse, a dispetto della lezione del 2016.
Hillary Clinton fece campagna in Stati come la Carolina del Nord o il Texas dove alla fine non la spuntò, trascurando le imperative vittorie in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. "Si guardi agli Stati che SI DEVONO conquistare, assicurando che operazioni e spot siano adeguatamente finanziati per tutto il tempo necessario. POI ci si può allargare verso traguardi più ambiziosi", ha ammonito via Twitter l'ex stratega di Barack Obama, David Axelrod. Se la mascherina può essere letta come un gesto di resa, i briefing sul Covid offrono al tycoon un palco elettorale prezioso, soprattutto con i grandi comizi fuori gioco per paura dei contagi. Ne ha già offerto alcuni assaggi.
Giovedì scorso, per annunciare il suo piano sulla deregulation, Trump ha piazzato nel giardino delle Rosse un grande camion rosso con il pianale vuoto con lo slogan "libertà dalla regolamentazione" mentre sul braccio meccanico campeggiava la scritta: "Amministrazione Trump", in perfetto stile "Make America Great Again" ma a spese dei contribuenti, osservano i critici, e in barba alla consuetudine che richiede ai presidenti di mantenere distinti l'atto di governare dalla campagna per la rielezione. Martedì scorso Trump aveva usato l'evento per annunciare le sanzioni contro la Cina per la stretta su Hong Kong come occasione per attaccare Biden, sempre a modo suo, con gli occhi stretti contro il nemico, l' indice puntato e la promessa di giorni migliori che devono ancora arrivare.
I dubbi sulla comunicazione del Presidente
"Ritengo che il presidente si senta sempre più vulnerabile, sia politicamente e sia dal punto di vista elettorale, e che insieme al suo staff stia abusando delle leggi sull'etica federale per cercare i pompare i numeri nei sondaggi", tuona Donald Sherman, vice direttore di Citizens for Responsability and Ethics a Washington. "Se sei un presidente incumbent che corre per la rielezione, sei il personaggio piu potente degli Usa. Hai il megafono più grande, la piu grande piattaforma e la possibilità di controllare la qualità, il contenuto e la direzione del tuo messaggio: non usare eventi presidenziali come eventi elettorali, prova a trasformare eventi elettorali in eventi presidenziali", rincara su Fox News Karl Rove, l'ex capo di gabinetto di George W. Bush.
La Casa Bianca minimizza. "Non vedo nulla di inappropriato nei commenti che ha fatto il presidente", ha osservato il 'chief of staff' Mark Meadows indicando che Trump sta solo marcando le differenze rispetto all'agenda del rivale. La portavoce Kayleigh McEnany se l'è presa direttamente con i media: "Il vostro vero problema è che il presidente ha fatto un discorso molto bello e molto potente nel giardino delle Rose", un luogo tradizionalmente dedicato alle conferenze con i leader stranieri, alle celebrazioni per i campioni sportivi, alla grazia dei tacchini e ad annunci importanti.
Ma Trump ha vinto all'insegna del politicamente scorretto, sbaragliando regole e consuetudini dalla sua discesa in campo. Si è rifiutato di affidare i suoi affari ad un blind trust, soggiorna in tenute di sua proprietà dove organizza anche incontri di Stato, promuove prodotti e brand dei suoi amici e potrebbe anche non accettare una sconfitta alle elezioni del prossimo 3 novembre, come ha apertamente dichiarato in un'intervista a Fox: "Devo vedere. Non vi dirò di sì e non vi dirò di no.
Non sono un buon perdente, non mi piace perdere". Non si era mai sentita una cosa del genere, almeno fino al 2016, quando 'The Donald' gelò tutti dichiarando esattamente la stessa cosa. "Voglio mantenere la suspense", disse mentre dibatteva contro Hillary Clinton. Tutti gridarono allo scandalo decretando la fine della sua corsa. Tutti sappiamo come è andata a finire.