AGI - L'annuncio del ritiro degli Usa dall'Oms è stato formalizzato martedì e sarà operativo fra un anno, il 6 luglio 2021. Ma lo scontro fra il presidente degli Usa, Donald Trump, e l'Organizzazione mondiale della sanità, ha accompagnato tutto il percorso mondiale della pandemia. Sin dall'inizio infatti il presidente Usa ha attaccato l'organizzazione di Ginevra, troppo lenta, troppo tiepida e troppo filo-cinese nella gestione dell'epidemia.
GENNAIO - Il 14, tweet ufficiale dell'Oms: "Indagini preliminari condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove evidenti di trasmissibilità da persona a persona del nuovo coronavirus identificato a Wuhan". Il giorno prima, 13 gennaio, si era verificato il primo caso certo di trasmissione del virus da uomo a uomo. In Thailandia, lontano dai mercati di Wuhan. Ma già dal 31 dicembre i ricercatori di Taiwan avevano rilevato che questa trasmissione fosse possibile. Il 22 e 23 gennaio, riunione degli esperti Oms inviati a Pechino. Si decide di non dichiarare l'epidemia. 30 gennaio: l'Oms dichiara l'epidemia.
FEBBRAIO - L'epidemia arriva in Italia, primo Paese occidentale. Ma ha già viaggiato in Asia.
MARZO - L'Italia chiude le scuole, poi va in lockdown. L'11 marzo, il direttore generale dell'Oms, l'ex ministro degli Esteri etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiara la pandemia. Il virus travolge Francia e Spagna poche settimane dopo l'Italia.
APRILE - La tensione con gli Usa, nel frattempo raggiunti dal virus, sale. Il 15 aprile Trump minaccia di tagliare i fondi all'Oms, cui gli Usa versano 400 milioni di dollari l'anno. - MAGGIO Il 16, la Cina rilancia e aumenta del 10% i suoi finanziamenti all'Oms. Il 19, Trump scrive a Tedros Adhanom Ghebreyesus. In sostanza, chiede riforme se l'organizzazione vuole continuare a ricevere fondi Usa.
LUGLIO - Il 7 luglio, notifica formale dell'uscita dall'Oms al Congresso Usa e al Segretario Generale dell'Onu Antonio Guterres.