AGI - Alla guida del nuovo governo francese, il presidente Emmanuel Macron ha chiamato Jean Castex, l'uomo finora incaricato di gestire il deconfinamento e la ripresa del Paese dopo l'emergenza coronavirus. Un grand commis che non è mai stato ministro finora ma è un funzionario statale francese di altissimo livello, uscito dalla scuola superiore di pubblica amministrazione ed ha al suo attivo diversi incarichi coperti, tra cui l'ultimo, cruciale.
Castex conosce dunque bene la macchina dello Stato e questo gli tornerà utile nel gestire il Paese nella difficile fase che si prepara. Vicino ad Alexis Kohler, segretario generale dell'Eliseo, il 54enne Castex, uomo di destra, raccoglie i risultati della gestione, efficace e discreta, della graduale riapertura del Paese dopo la pandemia.
Castex, ex collaboratore di Nicolas Sarkozy, e sindaco di Prades, nei Pirenei orientali, per Les Republicains, "è un alto funzionario completo e versatile che avrà a cuore riformare lo Stato e condurre un dialogo pacifico con i territori", ha sottolineato l'Eliseo in una nota.
È "l'uomo della situazione" perché "noto per aver lavorato attraverso il dialogo e in uno spirito di unità". E "sarà in grado di attuare le ricostruzioni menzionate dal capo dello Stato nelle sue ultime dichiarazioni nel contesto del nuovo percorso" del quinquennio.
Per la presidenza francese, è l'uomo del "deconfinamento di successo", chiamato "nel momento critico della crisi sanitaria". Una scelta in perfetto stile Macron, continua l'Eliseo, in linea con "lo spirito di superamento portato avanti dal presidente per tre anni: Castex "viene dalla destra ma e' un gaullista sociale", "grande esperto degli arcani parigini e fine conoscitore di realtà locali e territoriali", "che combina esperienza di alto servizio civile - è membro della Corte dei Conti - e incarichi locali: allo stesso tempo sindaco, presidente di una comunita' di comuni e consigliere dipartimentale".
Il licenziamento di Philippe
Il rimpasto di governo in Francia era nell'aria e in cantiere da diverse settimane ed è adesso avviato: il premier Edouard Philippe, che ha guidato il Paese durante la pandemia di coronavirus, ha presentato le sue dimissioni al presidente, Emmanuel Macron, che le ha accettate. Il rimpasto sarà rapidissimo. Macron lavorerà nel week end e probabilmente il nuovo governo sarà pronto per il Consiglio dei ministri di mercoledì 8 luglio. Gilles Boyer, uno degli amici piu' cari di Philippe, ha twittato: "Orgoglioso dei 1145 giorni di Philippe premier a Matignon e grazie a Emmanuel Macron per la fiducia in lui!".
Il premier dimissionario, la cui popolarità è cresciuta di pari passo all'impopolarità di Macron, è stato rieletto, a valanga, come sindaco di Le Havre: vi tornerà (il consiglio municipale della città portuale è convocata per domani) e da lì potrebbe costruire la sua candidatura come possibile rivale di Macron nelle prossime presidenziali.
La sua popolarità infatti è ben salda: sei francesi su dieci avrebbero voluto che rimanesse premier, mentre il 52%, in un recente sondaggio, ha detto di desiderare un cambiamento significativo nella politica di governo. Inevitabile che il capo dell'Eliseo, dopo averlo tenuto per tre anni alla guida di Matignon, abbia voluto toglierselo di torno.
Dopo la pesante sanzione elettorale del suo partito, Macron ha preannunciato un nuovo impulso alla seconda parte del suo mandato quinquennale: non solo una nuova squadra, ma una nuova fase programmatica con un progetto di "ricostruzione sociale, economica, ambientale e locale". Dopo tre anni all'Eliseo, aver attuato controverse riforme, attraversato varie crisi (non solo il Covid-19 ma anche i 'gilet gialli') e in attesa dell'impatto economico sul Paese della pandemia, Macron vuole un nuovo respiro, ha bisogno, ha detto proprio cosi', di "reinventarsi".