L'Iran ha emesso un mandato d'arresto internazionale contro il presidente americano, Donald Trump, per l'uccisione - a inizio anno - del generale dei pasdaran, Qasem Soleimani da parte delle forze Usa in Iraq.
Lo riportano i media locali. "Teheran chiederà nei prossimi giorni all'Interpol di intervenire per l'arresto del capo della Casa Bianca", riferiscono le agenzie stampa iraniane.
L'inviato speciale degli Usa per l'Iran, Brian Hook, ha definito il mandato d'arresto contro il presidente americano Donald Trump, emesso dalla procura di Teheran, "un espediente per la propaganda che nessuno prenderà sul serio". Lo ha dichiarato durante la conferenza stampa congiunta con il sottosegretario agli Esteri saudita, Adel Al Jubeir.
Il procuratore di Teheran, Ali Alqasimehr, ha dichiarato 36 "funzionari politico-militari negli Stati Uniti e anche in altri Paesi sono stati coinvolti nell'omicidio del generale Soleimani", tra loro il capo della Casa Bianca.
"È stato emesso un mandato di arresto e alla polizia internazionale è stato richiesto di attivare l'alert rosso", ha affermato Alqasimehr secondo quanto dichiarato dall'agenzia ufficiale Irna.
L'alert rosso dell'Interpol, il più alto livello di allerta, è una richiesta alle forze dell'ordine di tutto il mondo di localizzare e fermare una persona in attesa di estradizione, consegna o altre azioni giudiziarie.
Il procuratore ha inoltre precisato che l'accusa contro i 36 accusati, compreso il presidente americano, è di "omicidio" e "atto terroristico". Alqasimehr non ha rivelato l'identità delle 36 persone indagate con Trump e ha affermato che l'Iran continuerà il suo processo anche dopo la fine del suo mandato alla Casa Bianca.
Tuttavia, è improbabile che l'Interpol accetti la richiesta dell'Iran in quanto i suoi regolamenti le vietano di "intraprendere qualsiasi intervento o attività di natura politica".
Soleimani, il comandante della Forza Quds della Guardia rivoluzionaria, morì insieme al numero due Unità di mobilitazione popolare irachene e al capo iracheno del Kataib Hezbollah, Abu Mahdi al Mohandes, in un raid mirato degli Stati Uniti il 3 gennaio a Baghdad.