Non c'è appello che tenga: Tripoli si prepara alla battaglia finale a Sirte per cacciare le milizie della Cirenaica, sotto il comando del generale Khalifa Haftar. Le forze della Capitale, che rispondono al presidente del Governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, sono pronte.
"Per l'offensiva finale sulla città ci serve solo il via libera del nostro comandante in capo", ossia Serraj, ha annunciato l'ufficiale responsabile di Giufra e Sirte. E, per non perdere altro tempo, ha fatto sapere che nelle ultime ore "almeno undici aerei cargo russi, Antonov e Ilyushin, sono atterrati nella base di Sirte con a bordo mercenari siriani ed equipaggiamenti".
Inoltre sempre a Sirte, secondo il comando tripolitano, sono arrivati sei mezzi Pantsir armati di contraerea. Il sedicente Esercito nazionale libico di Haftar ha invece fatto appello ai "Paesi arabi, ai Paesi vicini e al resto del mondo in cerca di pace a non esitare a sostenere l'esercito nazionale libico nella sua fatidica battaglia contro il terrorismo e per rafforzare la sua lotta contro il colonialismo".
Il portavoce di Haftar, Ahmed al-Mismari, ha invitato gli Stati a "considerare obiettivamente la realtà di cio' che sta accadendo sulla scena libica e le sue dimensioni e ripercussioni pericolose a livello nazionale e sulla sicurezza della regione".
E ha assicurato al popolo libico che la battaglia "contro il terrorismo e i mercenari e le ambizioni turche di invadere la Libia non si fermerà fino alla liberazione dell'intero territorio libico e all'imposizione della sovranità nazionale".
La richiesta di aiuto va all'Egitto, prima di chiunque altro, che già nei giorni scorsi aveva definito Sirte la "linea rossa che Tripoli non deve oltrepassare". Sembra dunque non aver avuto alcun effetto l'ultimo appello, l'ennesimo, lanciato da Francia, Italia e Germania che nella tarda serata di giovedì hanno chiesto a tutte le parti libiche di "cessare i combattimenti immediatamente e senza condizioni e sospendere la corsa agli armamenti in corso in tutto il Paese".
Le diplomazie dei tre Paesi hanno esortato inoltre "gli attori stranieri a porre fine a tutte le interferenze e a rispettare pienamente l'embargo sulle armi istituito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
In un videoconferenza con il presidente russo, Vladimir Putin, il presidente francese, Emmanuel Macron, si è detto fiducioso di "fare passi in avanti con la Russia anche sul dossier libico". Francia e Russia condividono un "interesse comune che è la stabilizzazione della Libia e la riunificazione delle sue istituzioni", ha spiegato il capo dell'Eliseo.