AGI - Dopo quasi due mesi senza contagi da Covid-19, Pechino è oggi una città ad “alto rischio” di diffusione dell’epidemia, con 79 casi accertati in quattro giorni collegati al mercato all’ingrosso Xinfadi, nel distretto sud-occidentale di Fengtai.
Anche oggi sono stati registrati 36 nuovi contagi nella capitale cinese - stesso numero di ieri - collegati al più grande mercato di generi alimentari di tutta l’Asia, e a cui sono collegati anche i tre casi registrati nello Hebei, la provincia che confina con la capitale: dal mercato Xinfadi, il virus si è già diffuso anche nella provincia del Liaoning (due casi) mentre si registra un caso sospetto nel lontano Sichuan.
La vice primo ministro Sun Chunlan, che coordina le misure anti-epidemia a livello nazionale, ha chiesto “le più rigorose indagini epidemiologiche” al mercato e nei pressi della struttura, grande come 157 campi di calcio, per cui transita circa l’80% dei generi alimentari destinati alla capitale cinese, e uno “scrupoloso rintracciamento della fonte” del focolaio.
Per evitare la diffusione del contagio è partita, in tutti i distretti della città, un’operazione di raccolta delle informazioni personali “porta a porta”, mirata a stabilire chi abbia visitato il mercato Xinfadi dal 30 maggio scorso. Le autorità della capitale cinese hanno già testato circa novantamila persone e ottomila operatori del mercato, che sono sottoposti a un regime di quarantena tra le mura domestiche, e puntano a compiere test su circa duecentomila persone.
Il nuovo focolaio potrebbe arrivare dall'Europa
Oltre al mercato Xinfadi, e a undici complessi residenziali della zona, è stato chiuso anche un altro mercato, lo Yuquandong, nel distretto nord-occidentale di Haidian, assieme a dieci complessi residenziali nelle immediate vicinanze. “Gli sforzi di contenimento dell’epidemia sono rapidamente entrati nella modalità da tempo di guerra”, ha dichiarato un funzionario della capitale, Xu Ying, ricorrendo a un’espressione molto utilizzata in questi giorni, e anche tutti i complessi residenziali della città dovranno avere personale che vigila 24 ore al giorno su chiunque entri o esca e ne prenda la temperatura.
Permane, però, l’incertezza attorno al nuovo focolaio che un epidemiologo della capitale ritiene possa venire dall’Europa. “Non siamo sicuri riguardo alla mutazione del virus. Attualmente l’epidemia si sta diffondendo nella capitale e dobbiamo rimanere vigili”, ha detto oggi il portavoce della municipalità di Pechino, Xu Hejian, avvertendo di possibili “complicazioni a lungo termine”.
La paura del contagio si è diffusa anche lontano dalla capitale. A Baoding, nello Hebei, le autorità locali hanno installato posti di guardia con screening della temperatura per controllare chiunque entri in città da Pechino, mentre a Daqing, nella provincia nord-orientale dello Heilongjiang, è stata imposta una quarantena di 21 giorni per chiunque arrivi dalla capitale. A pagare, intanto, per il ritorno dell’epidemia a Pechino sono stati due funzionari locali di Fengtai per inadempienza alle regole sulla prevenzione e il controllo dell’epidemia, e il general manager del mercato Xinfadi, tutti rimossi dall’incarico.