AGI - Sono più di 50 i morti nel naufragio davanti alle coste tunisine di un barcone di migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana e diretti in Italia, lo ha detto un funzionario della sanità aggiornando il bilancio. Sono stati recuperati altri 17 corpi, portando il totale a 52 da quando, martedì, sono intervenute le autorità allertate dai pescatori vicino al porto di Sfax. Fra le vittime, ci sono almeno 24 donne.
La marina e la guardia costiera hanno impiegato sommozzatori e un elicottero per cercare i corpi, molti dei quali sono stati trovati nella stessa zona, ha detto il portavoce del tribunale di Sfax.
Oggi si sono svolte alcune sepolture, ha detto il direttore sanitario della regione di Sfax che ha spiegato che alle vittime sono stati prelevati campioni di Dna nella speranza di dare un nome alle persone sepolte in tombe numerate.
Almeno una persona è ancora dispersa. Fra le vittime, il capitano dell'imbarcazione, un tunisino di 48 anni. I testimoni avevano detto alle autorità che le vittime si pensava fossero passeggeri di un battello partito una settimana fa per l'Italia con 53 persone a bordo. È stata avviata un'indagine per identificare gli organizzatori del viaggio.
L'Unhcr: "Partenze quadruplicate"
L'agenzia dell'ONU per i rifugiati UNHCR ieri ha dichiarato in una nota che tra gennaio e maggio di quest'anno, "le partenze via mare dalla Tunisia verso l'Europa sono state quattro volte superiori a quelle registrate nello stesso periodo dell'anno scorso".
"Un numero crescente di persone che intraprendono la traversata marittima provengono dai paesi dell'Africa occidentale, seguiti dai tunisini, che costituivano la maggioranza fino all'anno scorso", ha aggiunto.
Secondo il ministero dell'Interno tunisino, nei primi cinque mesi di quest'anno 2.226 persone sono state intercettate mentre tentavano di partire via mare. Molti africani subsahariani sono arrivati in Tunisia dalla Libia dopo l'aprile dell'anno scorso, quando il generale Khalifa Haftar ha lanciato una campagna fallita per conquistare la capitale Tripoli.
"Sono profondamente rattristato nel sentire che donne e bambini hanno perso la vita in quei viaggi pericolosi", ha detto il rappresentante dell'UNHCR per la Tunisia Hanan Hamdan nel comunicato, esprimendo preoccupazione per la nuova tendenza delle partenze. "Dobbiamo fornire alle persone alternative significative che possano prevenire scelte estreme nella ricerca di una vita migliore", ha aggiunto Hamdan.