AGI - “Nessun donatore è interessato a rimpiazzare semplicemente i fondi sottratti, perciò certamente incoraggerò gli Usa a restare membri dell’Oms e continuare il sostegno che forniscono”. È quanto dichiara in un’intervista a La Stampa il fondatore di Microsoft, Bill Gates nel rispondere cosa pensa della decisione di Trump di disimpegnarsi e uscire dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Quanto alle vaccino anti-Covid, Gates afferma che “sono in corso molte conversazioni tra il Congresso e l’esecutivo sul ruolo degli Usa nell’aiutare altri Paesi ad avere il vaccino”.
Mr. Microsoft poi specifica anche che è importante notare che “il finanziamento ha due componenti”, una parte “riguarda la ricerca e i trial, che beneficiano tutto il mondo”, l’altra “è la manifattura, e qui c’è una certa priorità data alle forniture agli Usa”. “La Biomedical Advanced Research and Development Authority, assicura Gates, “ha dato più fondi di tutti gli altri Paesi messi insieme” ma “prima bisogna preparare il terreno” dice anche e per farlo “c’è bisogno di un dialogo, e speriamo che si possa arrivare ad una soluzione costruttiva” afferma Gates, per il quale “la chiave è la scala, e avere fabbriche in tutto il mondo per produrre i vaccini che superano la Fase tre”.
Per questo lo staff della sua Fondazione sta guardando i dati di tutti, affinché per quelli più promettenti ci sia un piano con molteplici fabbriche in Asia, America ed Europa. “Se riusciamo, ad esempio, ad avere 1 o 2 miliardi di dosi all’anno, l’allocazione non è più un problema acuto. Se ne facciamo solo100 milioni, allora diventa un rompicapo impossibile: quale Paese viene prima? Lo diamo al personale sanitario? La gente paga per competere? Noi vediamo un ibrido, in cui alcune fabbriche daranno una percentuale di priorità al Paese in cui si trovano”, dichiara Gates.