AGI - "Il piano da 750 miliardi di euro proposto da Ursula von der Leyen, insieme al bilancio pluriennale dell’Ue da 1.100 miliardi e al pacchetto da 540 miliardi già deciso, costituiscono un’azione senza precedenti nella storia dell’integrazione europea”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera Norbert Röttgen, presidente della Commissione esteri del Bundestag e uno dei tre candidati alla presidenza della Cdu, secondo il quale “la pandemia e le sue conseguenze economiche hanno prodotto una situazione paragonabile solo a quella che si verificò dopo l’epidemia spagnola e la Grande Depressione negli Anni Trenta”, cioè si tratta di “una crisi straordinaria, che richiede risorse straordinarie e solidarietà straordinaria”.
Per questo motivo Röttgen definisce i quattro Paesi frugali come invece “i quattro avari” in quanto “la frugalità è una virtù, l’avarizia un difetto”. Per l’esponente del Bundestag, pertanto, Austria, Olanda, Danimarca e Svezia “hanno davanti solo i loro interessi finanziari immediati. È legittimo, ma è miope” mentre “nella crisi in cui ci troviamo, non si può guardare soltanto l’uscio di casa propria”.
Tanto più che nel loro caso, “i quattro approfittano in modo sovra-proporzionale del mercato unico”. Perciò la previsione di Röttgen è che “prenderanno in ostaggio la proposta della Commissione per ottenere qualcosa sui rimborsi che ora ricevono dal bilancio europeo e che Von der Leyen propone di abolire. Non punteranno cioè a silurare il volume complessivo del pacchetto, ma cercheranno di salvare una parte dei rimborsi” mentre Röttgen vede nel Recovery fund “un’azione necessaria” per consentire all’Europa di "uscire da questa crisi senza divergere ulteriormente e senza danni irreparabili alle sue economie”. Poi chiosa: come “un’azione limitata nel tempo”.