Il ruolo dell'Italia, terzo paese ed economia europea, fra i padri fondatori dell'Unione europea, è essenziale per l'Europa. Per questo, ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno in un'intervista alla Welt am Sonntag, "tutti gli strumenti Ue che abbiamo costruito in risposta alla crisi riflettono anche le esigenze dell'Italia".
Centeno ha ammesso che all'inizio dell'epidemia in Europa "l'Italia era nell'occhio del ciclone. Per molte settimane, nessuno di noi ha visto la fine del tunnel: guardando indietro è chiaro che nessun paese sarebbe sopravvissuto alla crisi da solo". Ma, ha aggiunto l'economista portoghese, "la solidarietà era necessaria ed è arrivata".
"Allo stesso tempo - secondo Centeno - non tutti i paesi hanno la forza finanziaria della Germania per combattere una simile crisi. Da questo punto di vista, le nostre soluzioni congiunte europee possono essere arrivate qualche settimana in ritardo". Ma se ritardo c'è stato, non ha niente a che vedere con quello della crisi finanziaria di 10 anni fa: si è trattato, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, di "settimane, non mesi e certamente non anni come è successo con la crisi del debito sovrano".
Centeno non ha voluto quantificare l'ammontare del fondo per la ricostruzione che sarà destinato all'Italia: "Le risorse devono arrivare ai paesi più colpiti dalla crisi. Non possiamo sapere se 100 milioni sono troppi o troppo pochi. La risposta alla crisi deve essere proporzionale alla sfida e l'Italia è un paese molto grande".