Sarà con tutta probabilità il repubblicano Mike Garcia, 46 anni, ex pilota di caccia, a vincere le lezioni suppletive che si sono svolte ieri in California per rimpiazzare il seggio di Katie Hill, la parlamentare democratica costretta alle dimissioni lo scorso anno dopo la scoperta di una relazione tra lei e un rappresentante dello staff.
Garcia, in vantaggio di 12 punti con i tre quarti dei seggi scrutinati, sembra avere un ampio margine sulla democratica Christy Smith. I due si sfideranno di nuovo in novembre, entrambi candidati per un mandato completo alla Camera.
Ma la vittoria di Garcia ha un valore politico più alto: secondo gli osservatori è la possibile spia dell’inversione di una tendenza politica, che nelle elezioni di novembre consentirebbe ai Repubblicani di strappare, dopo oltre vent’anni, un seggio ai Democratici nello Stato tradizionalmente progressista e più densamente popolato della nazione.
Che qualcosa stesse cambiando negli equilibri tra le parti era già chiaro a pochi giorni dal voto di ieri: i messaggi elettorali anti-Democratici avevano invaso le emittenti che trasmettono nei sobborghi a nord di Los Angeles, mentre Trump seminava continuamente dubbi sulla correttezza di questo turno elettorale, che ha visto raccogliere il voto soprattutto per posta dopo che i seggi sono stati chiusi per la pandemia.
In California, il venticinquesimo distretto elettorale del Congresso, i latinoamericani sono il secondo gruppo etnico per numero: Garcia, considerato l'astro nascente tra i repubblicani, non solo ha il loro appoggio, ma quello degli asiatici. La sua vittoria potrebbe significare che Trump mantiene il consenso anche in quelle aree metropolitane su cui i Democratici contano per riconquistare la Casa Bianca.
Nel 2016 Hillary Clinton conquistò la California con un distacco di quasi sette punti, ma adesso la situazione potrebbe essere più complicata. E la probabilità che a novembre si voti per posta potrebbe ulteriormente penalizzare i Democratici: in queste elezioni suppletive, dei 425 mila elettori registrati avrebbero risposto meglio quelli iscritti come Repubblicani. Tanto che, già nei giorni scorsi, la campagna democratica si era concentrata sulle presidenziali abbandonando il voto di ieri.