La piu' grande minaccia alla lotta all'epidemia di coronavirus in Brasile è costituita dallo stesso presidente brasiliano, Jair Bolsonaro. è quanto sostenuto in un'editoriale nella celebre rivista medica Lancet, che attacca l'approccio 'negazionistà del leader di estrema destra il cui farsi beffe dell'epidemia e gli inviti a continuare a uscire e lavorare generano confusione nella popolazione.
Tra i focolai nel mondo dove il contagio corro piu' veloce, il Paese è il piu' colpito in Sud America con oltre 145 mila contagi (solo ieri se ne sono aggiunti piu' di 10 mila) e quasi 10 mila morti. "La sfida è in definitiva politica, richiede un impegno continuo da parte della società brasiliana nel suo insieme. Il Brasile come Paese deve riunirsi per dare una risposta chiara allo 'E allora?' del suo presidente", si legge nell'editoriale, che fa riferimento alla risposta data da Bolsonaro a un giornalista che la settimana scorsa gli chiedeva conto dell'alto numero di morti per coronavirus.
"Lui deve cambiare drasticamente rotta o deve essere il prossimo ad andarsene", ha continuato l'articolo, ricordando il licenziamento del ministro della salute, Luiz Henrique Mandetta, e le dimissioni polemiche del collega della Giustizia, Sergio Moro, entrambi entrati in conflitto con Bolsonaro. Nessun commento dal presidente che ieri ha annunciato di avere un barbecue con 30 amici in programma, scherzando sulla possibilità di allargare l'invito a migliaia di persone.
Intanto, un rapporto dell'Imperial College ha messo in guardia dall'epidemia che in Brasile "non è ancora sotto controllo e continuerà a crescere" al contrario di quanto sta avvenendo in parte di Europa e Asia. "Sono necessarie ulteriori azioni per limitare il contagio e impedire che il sistema sanitario venga sovraccaricato", ha esortato l'istituto. Diversamente da Bolsonaro, la maggioranza dei governatori ha preso la minaccia del Covid-19 piu' seriamente e ha decretato il lockdown nei rispettivi Stati. Tra i piu' critici contro il presidente, c'è il governatore di San Paolo, Joao Doria, che lo ha definito un "virus da combattere" e nel suo Stato ha esteso le misure restrittive fino al 31 maggio.