Accordo lontano tra i 27 sul Recovery Fund. Alla vigilia del vertice dei leader Ue le posizioni sul Fondo per la ripresa dell'economia europea colpita dallo shock della pandemia restano distanti, e con ogni probabilità ogni decisione sarà rimandata al Consiglio europeo di giugno.
Nel frattempo, il 29 aprile, la Commissione europea metterà sul tavolo la sua proposta che costituirà la base del nuovo negoziato. È quasi certo che il vertice di domani non partorirà nemmeno una dichiarazione comune dei 27 per non complicare il dibattito politico.
La frattura che continua a dividere il fronte sud dell'Europa, Italia e Spagna in testa, dai 'rigoristi' del nord, resta principalmente quella della mutualizzazione del debito. "I paesi del Sud hanno l'impressione che alcuni stati oggi più forti dal punto di vista economico, useranno questa crisi per esserlo ancora di più. E quelli del Nord pensano che i loro vicini del Sud trarranno vantaggio dalla pandemia per lasciare loro il peso del debito del passato ", riassume un alto funzionario europeo sottolineando appunto che proprio "la mutualizzazione del debito rimane controversa e non c'è consenso al momento".
La stessa fonte precisa comunque che "malgrado la pressione l'atmosfera è costruttiva", il dibattito "è complicato ma le cose vanno nella buona direzione". Tuttavia, non c'è intesa nemmeno sulla dimensione del Fondo. Si ipotizza una 'potenza di fuoco' tra i 1000 e i 1500 miliardi di euro, ma una certezza ancora non c'è.
"Abbiamo visto molte cifre e ordini di grandezza non comparabili, la discussione non è ancora sulle cifre, ma a cosa serviranno i soldi, a quali settori saranno destinati e a chi - aggiunge il funzionario Ue - solo dopo questa discussione si deciderà il montante. Bisogna capire a cosa serve prima di dire quanto costa".
I 27 aspettano quindi la proposta della Commissione: l'esecutivo di Ursula von der Leyen dovrà presentare un piano per collegare il Fondo per la ripresa al bilancio Ue 2021-27. Ma anche su questo punto le divergenze restano e un tentativo di accordo sul bilancio pluriennale era fallito a fine febbraio, poco prima dell'esplosione della pandemia.
Lo stesso funzionario Ue ha precisato che sull'entità del bilancio "non c'è da attendersi una grande rivoluzione, senza una decisione sostanziale sulle risorse proprie i numeri dovrebbero essere vicini a quelli di febbraio", quando appunto un accordo a 27 non si è trovato e la Ue si era divisa.
Nella sua lettera ai capi di stato e di governo alla vigilia del vertice, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ha chiesto ai leader " di accettare di lavorare su un Fondo per la ripresa il più rapidamente possibile ". Ma prima di giugno è difficile che si arrivi a un accordo.