Merkel superstar. Oppure "tutti pazzi per Angela", parafrasando un vecchio film americano. A quanto pare, la Germania è di nuovo innamorata della sua cancelliera, tornata ad essere la "Krisenkanzlerin" di cui tutto il Paese si fida, la scienziata-mamma che tranquillizza la nazione snocciolando placidamente dati e raccomandazioni assurgendo lei stessa ad essere l'antidoto primario alla paura, il principale antidoto alla pandemia.
I sondaggi confermano la nuova luna di miele, certificando tassi di popolarità sempre più strabilianti per l'ex 'ragazza dell'est'- apprezzata da oltre l'80% dei tedeschi, livelli dai quali gli altri leader europei sono lontani anni luce - con la Cdu/Csu tornata a volare finanche al 37% dei consensi. Il che assicura alla 'sua' Grosse Koalition una stabilità che sembrava rilegata ad un passato ormai remoto, precedente alla crisi dei migranti, precedente all'"onda nera" dell'Afd, precedente all'instabilità globale targata Trump, Putin & Xi. Niente male per colei che veniva indicata ormai da anni come un'anatra zoppa sulla via del tramonto, obbligata a lasciare la guida della Cdu per bloccare l'emorragia dei voti, colei che ha stragiurato dozzine di volte che quella attuale è la sua ultima legislatura dopo ben 15 anni di regno incontrastato, vicino solo al cancellierato di Helmut Kohl, l'artefice dell'unificazione tedesca.
Un nuovo quadro politico
È uno degli effetti collaterali del coronavirus: i candidati alla leadership della Cdu, il suo partito, sono precipitati nell'oblio, coloro che aspirano a prendere il suo posto - nel 2021, a scadenza naturale del quarto mandato - fanno immensa fatica per farsi ascoltare, con la sola eccezione di Markus Soeder e Armin Laschet, i governatori della Baviera e del Nord-Reno Vestfalia, ma solo perché si trovano a governare Laender in trincea contro l'epidemia. E così, per la prima volta, sui giornali tedeschi - a cominciare dal popolare tabloid Bild Zeitung, che ha aperto le danze due settimane fa - inizia a farsi timidamente strada l'impensabile: un nuovo mandato Merkel. Giustificabile con la grande crisi da coronavirus, dal quale la cancelliera emerge con un'approvazione quasi unanime, e puntellata su un quadro politico profondamente trasformato.
L'ultradestra dell'Afd è ormai afona e continua a scivolare nei sondaggi, i liberali dell'Fdp e la sinistra della Linke sembrano usciti dai radar, l'ascesa che pareva inarrestabile dei Verdi rimane bloccata, gli alleati socialdemocratici crescono, ma non troppo, ossia senza intaccare il dominio cristiano-democratico. Un partito, la Cdu-Csu, che fino a poco fa era nel caos assoluto, culminato con l'annuncio delle dimissioni della leader Annegret Kramp-Karrenbauer. In sostanza: il boom di Cdu/Csu nei sondaggi porta il marchio esclusivo di Merkel.
Merkel-Matrix
Insomma, il tema-Merkel è ormai diventato il nuovo tormentone dei giornali tedeschi: e si tratta di una sequenza di lodi, che corrono indistintamente dalle testate più 'liberal' come la Zeit e lo Spiegel, al quotidiano notoriamente conservatori, come la Welt. "Fino a poche settimane fa Angela Merkel sembrava abbandonata su un binario morto", scrive Dirk Kurbjuweit sullo Spiegel in un articolo non a caso intitolato "Merkel-Matrix". La quale cancelliera "disturbava la competizione per la propria successione e bloccava ogni ripartenza con una transizione troppo lunga. L'interesse politico sembrava soprattutto puntato su quando lei non ci sarebbe stata più. Si parlava del futuro, e lei non lo era".
Sceglie toni forti il settimanale tedesco: "Ora i pensieri sono dominati dal presente, il più duro nella storia della Repubblica federale. Sono in gioco la vita e la morte e il crollo dell'economia, e questo presente ha rilanciato Merkel al centro degli avvenimenti. Che comeback, che responsabilità! Nessun cancelliere prima di lei ha dovuto sostenere una tale pressione e poteva fare così tanti errori, con conseguenze drammatiche. Oppure far bene così tante cose". In pratica, "la politica di Merkel appare senza alternative", batte sul chiodo lo Spiegel, che, per la prima volta, non esclude un quinto mandato: pur sconsigliandolo, ammette "che c'è chi lo desidera", dato che non si può escludere che il virus domini il dibattito fino alle elezioni federali dell'anno prossimo.
Una leader sopravvissuta a tanti crisi
Da parte sua, è la Zeit ad ammettere che l'eco mediatica nei confronti di Merkel attualmente va "dall'amichevole all'inneggiante", sia sul piano nazionale che su quello internazionale: tutte le lodi - verso il sistema sanitario e la capacità d'organizzazione che permette alla Germania di sostenere meglio di altri Paesi l'impatto dell'epidemia - inevitabilmente si riflettono sulla buona reputazione della cancelliera, sottolinea il settimanale. Che non manca di ricordare la forza dell'esperienza di Merkel, che "da cancelliera è sopravvissuta a più crisi internazionali di Macron, Johnson e Trump messi insieme",: dalla crisi finanziaria 2008 al coronavirus, passando da Fukushima 2011 e la crisi dei migranti 2015.
E subito incalza, invece, la Welt: "Sarà il primo cancelliere dal 1949 che non viene cacciata dalla corte". Merkel, così il giornale conservatore, attualmente "gode dell'effetto-Kohl", che la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, sbalzò verso la riunificazione delle due Germania. "Si ha l'impressione che la Germania desideri un quinto mandato", sintetizza la Pforzheimer Zeitung.
Un addio di cui nessuno parla più
Ed è significativo che, qualche giorno fa, il capo della cancelleria Helge Braun abbia sentito il bisogno di ricordare che "la cancelliera ha detto che questa è la sua ultima legislatura. E io credo che rispetto a questo non sia cambiato niente". Non proprio la smentita più potente che ci sia mai sentita. Com'è come non è: è un fatto che nessuno parli più del "tormentoso addio dalla cancelleria" così come "a nessuno interessa più il dibattito sui possibili successori", sentenzia di nuovo lo Spiegel.
Un fenomeno che va oltre i confini tedeschi, questa specie di 'Merkel-mania": la testata polacca Rzeczpospolita afferma che "Merkel è tornata nel gioco nel suo ruolo di madre dei tedeschi", mentre il New York Times la loda la sua capacità di "comunicare in modo chiaro e tranquillo".
Ed è di nuovo la Zeit - in passato anche molto critico nei confronti della cancelliera - ad affidare alla scrittrice tedesca di origini croata Jagoda Marinic quella che assomiglia ad una vera e propria lettera d'amore dedicata all'ex scienziata venuta dalla Ddr: "Sono grata di attraversare con lei come cancelliera questa crisi. Non si tratta di cieca fiducia. Se lo è guadagnato". Difficile immaginare altri leader politici di epoca moderna cui vengano dedicati tali omaggi. Ovvio, molto dipenderà da come si evolverà la pandemia. Ma oggi una Angela Merkel che siederà anche dopo il 2021 alla cancelleria - a quel punto battendo per durata il regno di Kohl - appare meno fantascientifico di quel che poteva sembrare anche solo pochi mesi fa. Merkel-Matrix, appunto.