La Commissione europea intende lavorare ad un fondo per la ricostruzione per affrontare la crisi del coronavirus, che sarà finanziato con obbligazioni "sostenute da una garanzia degli Stati membri". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, intervistato da Handelsblatt.
L'importo in discussione è di un ordine di grandezza di 1,5 trilioni di euro, ha aggiunto. "Potrei immaginare un tale quadro finanziario", ha detto Dombrovskis. La misura sarà sul tavolo dei leader il prossimo 23 aprile in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo in videoconferenza.
"Più dura la situazione di stallo, piu' sara' problematico per l'economia", spiega Valdis Dombrovskis nell'intervista con l'Handelsblatt. A detta del vicepresidente della Commissione Ue, "non potrà esserci un ritorno uniforme alla normalità dappertutto nell'Unione europea. Gli Stati sono colpiti in modo diverso e la pandemia ha progredito in maniera diversa".
Per Dombroviskis appare "inevitabile una grave recessione", anche se "previsioni esatte e scientifiche ancora non sono possibili", il che ha "conseguenze per il coordinamento della politica economica e fiscale dell'Ue".
Una crisi che "è simmetrica in tutti i Paesi dell'euro", per cui l'economia europea potrebbe "crollare più di quanto accadde nel 2009", ossia dopo la crisi finanziaria. Secondo il vicepresidente, "non era facile trovare un largo consenso" sugli strumenti finanziari necessari per contrastare l'impatto della crisi da coronavirus, ma "alla fine ce l'abbiamo fatta a decidere un ampio pacchetto di crediti con tre elementi", composto da Mes, Bei e fondo per la disoccupazione.
"L'Ue ha dimostrato di essere capace d'azione in questa crisi", spiega Dombrovskis. Secondo il quale "non è affatto sicuro" che Italia e Spagna vogliano chiedere i crediti del Mes: "Già il fatto che l'eurogruppo abbia trovato l'intesa sul pacchetto d'aiuto facilita l'accesso ai mercati finanziari da parte dei Paesi più indebitati. Al momento nessuno Stato dell'euro ha problemi nel trovare acquirenti per i propri titoli".
E infatti, così il numero due della Commissione, "nessuno Paese ha finora chiesto crediti al Mes, e non ci sono ancora segnali che un qualche governo lo voglia fare". Per quanto riguarda gli eurobond o coronabond, Dombrovskis sottolinea che "la Commissione è aperta a tutte le possibilita' permesse dal trattato di Lisbona. Non ci chiudiamo dinnanzi a nessuna opzione, se i Paesi membri sono tutti d'accordo. Il che, come si sa, in questo momento non vale per gli eurobond".