Quanti sono stati i contagiati di coronavirus nella Repubblica Popolare Cinese? Quante le vittime dell'epidemia? Ammontano a poco più di 3.200, come affermano le cifre ufficiali, o a molte di più, come suggeriscono ipotesi che forse non potranno essere asseverate, ma che poggiano su indizi abbastanza pregnanti? Secondo un rapporto dell'intelligence statunitense redatto per la Casa Bianca, e diffuso da Bloomberg, il governo di Pechino "ha celato l'entità" dell'epidemia nel Paese fornendo una "cronaca pubblica incompleta" corroborata da numeri "falsi".
Il governo cinese ha ripetutamente rivisto i criteri di calcolo dei casi e soltanto questa settimana ha tenuto conto dei contagiati asintomatici. Un altro indizio, anche se difficilmente potrà più assurgere a prova, è stato ricavato dalle migliaia di urne cinerarie fotografate fuori delle case funerarie a Wuhan nella provincia dello Hubei - la più colpita dal coronavirus - che non sarebbero coerenti con il numero dei decessi rilevato nelle fonti ufficiali.
L'opacità delle cifre sembrerebbe avvalorata dalle numerose testimonianze dirette, tra cui quelle dei medici di Wuhan, epicentro della pandemia, che alla fine del dicembre 2019 lanciarono i primi allarmi sulla nuova polmonite atipica - il Covid-19 - e furono silenziati dalle autorità, come hanno riferito sia alcuni media cinesi sia quelli internazionali nei mesi scorsi. Ma oggi c'è un ulteriore indizio, una testimonianza contenuta in un breve video che l'AGI attinge dal web dove è stato "salvato" da chi lo ha realizzato. Le immagini agghiaccianti riprese da un veicolo in marcia sono riferite, da chi ha postato il filmato, alla città di Yichang, sul fiume Yangtze nella provincia dello Hubei, e risalirebbero alle scorse settimane. Numerosi corpi avvolti nei teli sono inquadrati, presumibilmente di pazienti morti nei rispettivi domicili (e "depositati" dai famigliari) in una situazione di segregazione obbligatoria. Vittime non registrate e non accolte dalle strutture ospedaliere intasate.
Un altro video, ripreso con uno smartphone in una superaffollata accettazione ospedaliera, presumibilmente di Wuhan, mostra le condizioni di emergenza e di precarietà sanitaria, con pazienti già gravi, qualcuno forse addirittura deceduto, tra quelli in attesa di visite e di cure. Alla mancanza di certezze sui numeri forniti dalle autorità cinesi si sommano i dubbi sull'installazione di nuovi impianti di incenerimento a Wuhan, la cui funzione è stata spiegata con la necessità di smaltire 629.000 tonnellate di rifiuti sanitari.
L'agenzia Xinhua ha riportato il 17 febbraio scorso anche l'invio a Wuhan di un modernissimo inceneritore mobile, capace di processare cinque tonnellate di rifiuti sanitari al giorno, prodotto dalla Nanjing Luzhou Environmental Protection Co. per incrementare le capacità degli impianti già operanti.
La Cina ha intanto respinto fermamente le accuse di contraffazione dei dati rivolte da Washington, i cui obiettivi sono definiti di mera natura politica. La portavoce del Ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha ribadito che il governo è sempre stato "aperto e trasparente" nella diffusione delle informazioni.