Sul Covid-19 il presidente di estrema destra, Jair Bolsonaro, cambia decisamente registro e riconosce che l'epidemia "rappresenta la piu' grande sfida alla nostra generazione". In un discorso solenne alla nazione il controverso capo di Stato del Brasile ha sottolineato che "abbiamo una missione: salvare vite, ma senza dimenticare i posti di lavoro". Nel suo breve intervento il presidente ha spiegato che "da una parte dobbiamo essere prudenti, prendere precauzioni con tutti, in particolare con gli anziani e quanti giù affetti da patologie", insistendo che "dall'altra dobbiamo anche lottare contro la disoccupazione che aumenta rapidamente, soprattutto tra i più poveri". Bolsonaro e' tornato a rilanciare parte della sua argomentazione sviluppata nelle ultime settimane, in base alla quale "l'effetto collaterale delle misure varate per combattere il coronavirus non puo' essere peggio della malattia stessa". Nel suo discorso non ha mancato di auto elogiare l'operato del suo governo, assicurando che "il Brasile ha fatto grandi progressi negli ultimi 15 mesi".
Nelle grandi città le sue parole sono state accolte da concerti di pentole, le ormai consuete 'caceroladas' inscenate dai cittadini nelle scorse settimane per contestare il negazionismo del presidente - che definiva il Covid-19 una "piccola influenza" - e chiederne le dimissioni. Reazioni e provocazioni sulla pandemia in corso sono valse al presidente condanne unanimi dagli stessi governatori brasiliani, da altri Paesi e da istituzioni internazionali, in primis dall'Organizzazione mondiale della sanita'. In Brasile, Paese di 210 milioni di abitanti, il Covid-19 ha finora causato 201 morti e 5.717 contagiati, ma il picco dovrebbe essere raggiunto non prima di fine aprile.