Joshua Wong, leader del partito Demosisto e degli studenti di Hong Kong, ammonisce l'Italia affinché non diventi "una provincia in più della Repubblica Popolare Cinese". Secondo Wong, "al di là di ogni dubbio, la Cina sta sfruttando l'invio delle sue mascherine sanitarie allo scopo di ottenere una futura influenza politica. La generosità insincera ha un prezzo". Wong, che ha capeggiato le durissime proteste per la democrazia nel corso del 2019 a Hong Kong, in un'intervista all'AGI mette anche in guardia dalla conclamata fine dei contagi di coronavirus in Cina, accusando il governo di Pechino perché continuerebbe a nascondere la verità sui dati sanitari.
"Nel novembre dello scorso anno - prosegue Joshua Wong - l'ambasciata cinese a Roma ha apertamente criticato alcuni parlamentari italiani per avere promosso una videoconferenza con il movimento democratico di Hong Kong, trattando l'Italia alla stregua di una provincia aggiunta della Cina". Wong è preoccupato che Pechino "si stia comprando l'Italia". "Se il governo italiano mancherà di proteggere la nazione contro le ambizioni autocratiche della Cina, le conseguenze di una perdita di sovranità e di autonomia saranno ancora più disastrose".
Joshua Wong torna a sottolineare la sua posizione sulla pandemia di coronavirus: "E' ben più di una semplice malattia: si tratta di una sequela di errori prettamente umani. Poteva essere contenuta se i medici che la denunciarono non fossero stati incarcerati. E anche adesso le autorità di Pechino stanno continuando a mettere il bavaglio alle critiche che circolano sul web nei confronti della cattiva gestione dell'epidemia da parte del governo".
Wong non usa mezze misure rispetto al "modello cinese" che pure ha costituito, e sta costituendo, l'esempio seguito in Occidente per fronteggiare la diffusione del virus: "Per mantenere bassi i numeri delle statistiche ufficiali sui casi accertati, gli ospedali cinesi adesso rifiutano l'accettazione di nuovi pazienti, mentre quelli ancora in via di guarigione sono costretti a terminare il trattamento e i pazienti asintomatici non sono conteggiati nella casistica totale, secondo quanto riferiscono numerosi organi di informazione".
"Ciò senza voler menzionare - aggiunge l'attivista - che l'ottanta per cento dei test per il Covid-19 che la Repubblica Ceca ha ricevuto dalla Cina dà risultati falsi. Ecco, tutte queste informazioni censurate dalla Cina potrebbero portare a un'altra ondata di contagi e potrebbero determinare la vita e la morte negli altri Paesi". "Intanto, la Repubblica Popolare Cinese è tutta impegnata a riscrivere la narrazione di questa vicenda rimproverando gli altri. La settimana scorsa i media di Stato cinesi, Global Times, Cctv e Xinhua, hanno mentito al pubblico sostenendo che il virus era già diffuso in Italia anche prima dell'epidemia di Wuhan", rimarca Joshua Wong.
"Il governo cinese - aggiunge Wong - ha anche strombazzato che la Cina avrebbe dato le mascherine all'Italia in cambio di niente. Attraverso questa disinformazione e queste fake news, la Cina calpesta la dignità delle altre nazioni, minaccia la loro sicurezza con omissioni e bugie, mettendo anche in dubbio il disinteresse degli aiuti disposti dal proprio governo".
"In questa triste situazione - conclude - la popolazione dell'Italia e quella di Hong Kong stanno entrambe combattendo una guerra contro un virus mortale. Noi hongkonghesi siamo tutti quanti al fianco di ciascun italiano. E sono sicuro che potremo superare questi difficili momenti in poco tempo".