Al termine di un vertice drammatico durato quasi sei ore i leader dell'Unione europea trovano un accordo formale sulle conclusioni del summit e evitano la rottura. Ma nei fatti rinviano tutto di due settimane. I leader prendono atto che le posizioni restano molto distanti e prendono tempo, invitando l'Eurogruppo a presentare "proposte" entro 15 giorni, senza fare nessun riferimento agli strumenti da mettere in campo per fronteggiare la crisi economica scatenata dal coronavirus: né al Meccanismo europeo di stabilità, né tanto meno ai coronabond chiesti dall'Italia e da altri paesi del fronte sud. Germania, Olanda e Austria restano sulla loro posizione, ribadiscono di essere nettamente contrarie ai coronabond ed escludono un ricorso al Fondo Salva Stati senza condizionalità come chiesto da Italia, Francia e Spagna.
Il Consiglio "prende atto dei progressi compiuti dall'Eurogruppo" e "in questa fase" invita i ministri delle Finanze della zona euro "a presentare proposte entro due settimane", si legge nelle conclusioni. Il documento non contiene quindi una specifica menzione al Mes come era emerso dalla prima bozza, o ad altri strumenti, e aggiunge che "queste proposte dovrebbero tener conto della natura senza precedenti dello shock COVID-19 che colpisce tutti i nostri paesi. La nostra risposta sarà intensificata, se necessario, con ulteriori azioni in modo inclusivo, alla luce degli sviluppi, al fine di fornire una risposta globale".
Il compromesso finale, più tattico che politico, non riduce le distanze tra i fronti contrapposti, e arriva dopo la minaccia dell'Italia e della Spagna di non firmare le conclusioni del Vertice e dopo il durissimo attacco di Giuseppe Conte che chiede ai partner, Germania e Olanda in testa, "una risposta forte ed adeguata". "Che diremo ai nostri cittadini se l’Europa non si dimostra capace di una reazione unitaria, forte e coesa di fronte a uno shock imprevedibile e simmetrico di questa portata epocale? - dice il premier - come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico di così devastante impatto strumenti elaborati in passato, che sono stati costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici con riguardo a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?".
Basta con gli strumenti usati in passato, dice Conte: "Se fosse questo non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno - dice ancora Conte - le conseguenze del dopo Covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina", aggiunge ancora il presidente del Consiglio.
L'Italia non chiede una mutualizzazione del debito, prosegue Conte riferendosi ai timori dell'asse del Nord che non vuole condividere con paesi molto indebitati come l'Italia, i rischi legati all'emissione di un titolo europeo. "Ciascun Paese risponde per il proprio debito pubblico e continuerà a risponderne". Per ora la partita è rinviata, nelle prossime settimane i governi cercheranno un compromesso in sede di Eurogruppo. Ma le posizioni rimangono lontane.