La Grande barriera corallina australiana ha subito un altro evento di sbiancamento di massa, il terzo in soli cinque anni: le temperature record di febbraio potrebbero aver causato un'enorme perdita nel più grande complesso di coralli al mondo. Lo sostengono gli scienziati del Great Barrier Reef Marine Park alla BBC News, che specificano però che la loro analisi avrebbe evidenziato anche delle "tasche" sane che non hanno subito uno scolorimento massivo.
"Due terzi della barriera corallina sono stati danneggiati da eventi simili nel 2016 e nel 2017. Il sito, che ricopre più di 2.300 km, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità per la sua enorme importanza scientifica e intrinseca", afferma David Wachenfeld, Great Barrier Reef Marine Park Authority.
"Le ultime indagini aeree hanno dimostrato che lo sbiancamento era rilevabile in molte zone con diversi livelli di intensità, ma comunque in misura maggiore rispetto agli eventi precedenti", prosegue il ricercatore.
"La barriera era ancora in fase di ripresa dagli eventi del 2016 e del 2017 e questo episodio non fa che peggiorare la situazione. I cambiamenti climatici stanno inasprendo l'impatto di questi eventi, che oltretutto sono sempre più frequenti", osserva Wachenfeld, aggiungendo che nonostante la Grande barriera corallina australiana sia ancora un sistema dinamico e vibrante, queste contingenze deturpano gli habitat ogni volta in misura maggiore, arrecando gravi danni alle forme di vita subacquee che popolano l'ecosistema.
"Questi eventi globali devono essere un monito per agire al più presto e più efficacemente possibile per salvaguardare la biodiversità marina e corallina, ma non solo", conclude il ricercatore, ricordando che le Nazioni Unite hanno calcolato che il 90 per cento dei coralli di tutto il mondo potrebbe andar perso se le temperature dovessero aumentare ancora.