“Misure come queste non ci sono mai state in Germania”. Angela Merkel dosa le parole mentre annuncia il piano ‘all’italiana’ varato dal governo tedesco d’intesa con i Laender per contrastare la diffusione del coronavirus. Un piano che prevede “restrizioni forti” ai movimenti nel Paese, la chiusura di quasi tutti i negozi – con l’eccezione degli alimentari, delle banche e di altri servizi essenziali – nonché il divieto “di viaggiare dentro e fuori il Paese”, come scandisce la cancelliera durante una breve conferenza stampa, assicurando che comunque si tratterà di un provvedimento “limitato nel tempo”.
“Sono misure necessarie per rallentare la diffusione del virus”, assicura la cancelliera, spiegando che “bisogna ridurre i contatti tra le persone, pertanto il numero dei contagi e il numero degli ammalati gravi”. Merkel è consapevole che la guerra al coronavirus non la combatte ogni nazione per sé, per cui le preme sottolineare che “è necessaria un maggiore coordinamento” tra i Paesi del G7.
Il piano approvato oggi dall’esecutivo insieme ai Laender riguarda quasi ogni aspetto della vita pubblica. La cancelliera ha confermato tra gli altri le chiusure di “bar, club, discoteche e simili, ma anche musei, teatri, sale da concerti, fiere, cinema, parchi, attività sportive all’aperto”, così come non saranno più accessibili i parchi gioco per l’infanzia, né le “piscine, palestre e altre strutture sportive”, arrivando a citare persino “i bordelli” tra le attività da chiudere.
Merkel ha anche sottolineato che sono vietate le “riunioni in luoghi di fede come chiese, moschee e sinagoghe”, aggiungendo esplicitamente che la misura comprende le messe. Inoltre “viene regolata anche la distanza dei tavoli nei ristoranti”, che comunque dovranno chiudere al massimo alle 18. I controlli per verificare il rispetto delle regole “ci devono essere e ci saranno, anche se confido sulla comprensione dei cittadini”, chiosa la cancelliera. Rimangono aperti gli alimentari, i supermercati, gli uffici postali, le banche, i benzinai e le edicole. Il fatto è che i contagi non danno tregua, in Germania. Secondo le ultime stime i casi hanno superato quota 7.000. La Baviera, dove le infezioni sono ormai oltre mille, oggi ha dichiarato lo stato di calamità.
C’è un clima di emergenza nazionale che solo fino a pochi giorni fa sembrava lontanissimo, nella Repubblica federale. Tanto che lo stesso presidente Frank-Walter Steinmeier si è sentito in dovere di rivolgersi direttamente ai tedeschi con un video messaggio, nel quale chiede “di essere solidali: qualche volta la ragione chiede azioni molto decise. Dobbiamo cambiare la nostra vita quotidiana. Vi assicuro: le vostre limitazioni di oggi salveranno vite domani”.
Il senso di emergenza lo si percepisce ovviamente anche ai confini con Francia, Austria, Svizzera, Danimarca e Lussemburgo, chiusi da stamattina (rimane permesso il transito delle merci e dei lavoratori pendolari): ad alcuni varchi di frontiera si sono formati sin dalle 8 lunghe code di auto a causa dei controlli, mentre alcuni passaggi più stretti, per esempio tra la Francia e il Baden Wuerttemberg, sono stati completamente chiusi. Più tranquilli i passaggi verso la Danimarca e verso l’Austria.
L’altro caso che crea preoccupazione in Germania è quello del vaccino a cui sta lavorando un’azienda tedesca, la CureVac, vaccino che l’esecutivo di Washington intenderebbe acquisire per una somma notevole “in esclusiva” per gli Usa. Con diplomazia, la cancelliera ha affermato che il problema “è già risolto”, dato che uno degli investitori principali della ditta di Tubinga, la Hopp BioTech, ha assicurato che “un contratto con gli Usa è fuori questione”.
Più duro nei confronti di Washington il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas: “Non possiamo permettere che altri si approprino dei nostri risultati di ricerca”, ha detto il capo della diplomazia tedesca, che ha annunciato che della questione si parlerà pure in ambito G7. Chiaro il messaggio inviato a Donald Trump: “Solo insieme vinceremo contro questo virus, certo non uno contro l’altro”.