Con il numero dei morti per il coronavirus quasi raddoppiato nelle ultime 24 ore, anche il Regno Unito si avvia verso il divieto degli eventi di massa - sportivi e musicali - ma le scuole resteranno aperte.
Subissato dalle critiche e messo sotto pressione dall'opinione pubblica, il premier britannico Boris Johnson è spinto a rivedere in parte la sua strategia iniziale per ritardare il più possibile la diffusione dell'epidemia sull'isola.
Al momento si contano 1.140 casi e 21 morti; a Londra un bimbo è stato trovato positivo subito dopo la nascita, così come la madre, ricoverata alcuni giorni fa per una sospetta polmonite.
Oltre 110 mila sudditi di Sua Maestà hanno firmato una petizione chiedendo che Londra adotti le misure restrittive già in campo in altri Paesi europei, ossia la 'chiusura' dell'isola. Finora il governo si è limitato a consigliare l'auto-isolamento alle persone con sintomi riconducibili al coronavirus (febbre e tosse) ma non è voluto andare oltre, sostenendo che non è ancora il momento.
La strategia di Downing Street, che punta allo sviluppo di un'immunità di gregge, ha suscitato l'opposizione non solo dell'opinione pubblica ma anche del sindacato degli insegnanti che ha chiesto di chiarire perché scuole e atenei restano aperti; anche centinaia di scienziati e accademici hanno inviato due lettere aperte, mettendo in discussione l'approccio scelto.
Contraria anche la stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms): in un'intervista alla Bbc, la portavoce Margaret Harris ha ricordato che non si sa ancora abbastanza del virus, di come reagisce in termini immunologici. "Possiamo parlare di teorie, ma al momento ci troviamo davvero di fronte a una situazione in cui dobbiamo guardare all'azione", ha sottolineato.
Per fronteggiare la protesta crescente il governo avrebbe deciso dal prossimo fine settimana di vietare gli assembramenti di massa, con ripercussioni su grandi eventi come il festival musicale di Glastonbury, il torneo di tennis di Wimbledon e la corsa ippica Grand National così come Ascot.
La Premier League di calcio è stata già fermata fino al 3 aprile e secondo i media locali ci sono più che concrete possibilità che il campionato non arriverà al termine.
Intanto, nei supermercati cominciano a vedersi scaffali vuoti, con i settori di cibi in scatola, saponi e carta igienica razziati.
Le principali catene di supermercati in Gran Bretagna hanno fatto sapere di non essere preparate per l'improvviso aumento negli acquisti on line, con attese che vanno oltre la settimana, e puntano ad agire di concerto per riuscire a fare le consegne.
Stamane inoltre la compagnia aerea low cost inglese Jet2 ha cancellato tutti i suoi voli per la Spagna, le isole Baleari e Canarie, costringendo cinque aerei già in volo a rientrare nel Regno Unito. La decisione è la risposta alle direttive della Spagna di chiudere bar, ristoranti e altre attività.