Nel 2019 in Europa ci sono stati 18 attacchi terroristici ed episodi di violenza di matrice jihadista: è quanto emerge dal primo rapporto dell’Osservatorio sul radicalismo e il contrasto al terrorismo (ReaCT) sul terrorismo jihadista europeo. La maggior parte delle azioni ha visto l’uso di coltelli (76%) e armi da fuoco (18%); solo in un caso (Lione) è stato fatto uso di esplosivi.
Un trend in linea con l’evoluzione di un fenomeno che ha registrato in Europa, nel 2014-2019, 120 azioni violente “in nome del jihad”, con 390 morti e 2359 feriti: sette attacchi su dieci si sono concentrati nel periodo di massima espansione dello Stato islamico (2015-2017). Il 56% degli attacchi è registrato come fallimentare, il 22% come un successo tattico. Nel 78% dei casi è stato ottenuto comunque un risultato significativo in termini di danni: è questo un grande risultato per i terroristi, perché non mirano solo ad uccidere e ferire, ma a dividere la società e a diffondere odio e intolleranza.
L'analisi offre uno studio sintetico e ragionato sulla sua evoluzione, le sue tendenze ed effetti, attraverso un approccio multidimensionale, quantitativo e qualitativo. Il risultato è una lettura completa del fenomeno e del modus operandi terrorista: uno strumento utile messo a disposizione di operatori per la sicurezza, sociali ed istituzionali e del più ampio pubblico.