Gli abusi su decine di ragazze minorenni commessi per anni da alcune gang di pedofili nell'area di Rotherham, in Inghilterra, erano stati ignorati dalla polizia in quanto l'origine straniera dei sospetti, per lo più pakistani, avrebbe rischiato di accendere tensioni razziali se la vicenda fosse venuta alla luce. È questa, secondo quanto anticipa il Times, la conclusione alla quale è giunta un'inchiesta interna durata cinque anni.
Un ispettore capo del locale dipartimento di polizia, a quanto risulta dall'inchiesta, aveva dichiarato che "trattandosi di asiatici, non possiamo permetterci che questo venga fuori". Per questo, sostiene l'ex detective Maggie Oliver, tra le principali accusatrici dei vertici della South Yorkshire Police, non furono avviate indagini su 97 indiziati ritenuti responsabili di abusi nei confronti di 57 vittime.
L'inchiesta interna, denominata "operazione Linden", prende il via da sei ricorsi contro le forze dell'ordine locali depositati da una delle vittime, che venivano plagiate e sequestrate dai membri delle gang, i quali approfittavano della vulnerabilità e della fragilità dovute all'età giovanissima. "Era sparita per settimane e l'ispettore capo mi parlò come se fosse un'adulta che esercitava il suo libero arbitrio", ha raccontato al Times il padre della ragazza, "mi disse che la faccenda andava avanti da trent'anni. Io gli risposi che lei era una bambina e si trattava di abuso di minori".
La prima inchiesta sugli abusi, avvenuti dal 1997 al 2013 su decine - secondo alcune testate centinaia - di adolescenti, fu aperta nel 2004 in seguito alla morte di una quindicenne, Victoria Agoglia, che, aveva raccontato ai servizi sociali di essere stata violentata da un uomo più anziano che le aveva iniettato dell'eroina. Le indagini furono però abbandonate nonostante avessero portato alla luce l'esistenza di quasi cento pedofili, lasciati così liberi di abusare di altre ragazzine dell'area.
La prima sentenza è arrivata solo nel 2018, quando sei uomini furono incarcerati per 101 anni di prigione complessivi per aver sfruttato sessualmente cinque ragazze di età inferiore ai 16 anni. Una delle vittime raccontò durante il processo di essere stata costretta a fare sesso con "almeno 100 uomini" prima di compiere 16 anni e di aver subito uno stupro di gruppo in una foresta, con i suoi aguzzini che minacciavano di abbandonarla là se non si fosse piegata alle violenze.
Una portavoce della polizia del South Yorkshire ha "riconosciuto gli errori del passato e accettato le conclusioni" dell'inchiesta. "Spiace che nessun agente preciso sia stato identificato dall'inchiesta, dato che è qualcosa che oggi non tollereremmo", ha aggiunto la donna, "le caratteristiche dell'aggressore non sono per noi un deterrente dal fare giustizia e lo abbiamo dimostrato con i numerosi arresti effettuati negli ultimi anni per sfruttamento sessuale di minore".