Da ieri la Francia è ferma a causa di manifestazioni e scioperi contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron, che sulla carta dovrebbe entrare in vigore dal 2025. A grandi linee i punti principali dell'attuale sistema a confronto con quello previsto dalla riforma, illustrato nel primo documento dell'Alto commissario Jean-Paul Delevoye, il "signor Pensioni" di Macron, consegnato lo scorso luglio.
SISTEMA DI RIPARTIZIONE
Il sistema vigente funziona come un'assicurazione collettiva. Lavoratori e datori di lavoro finanziano le casse degli enti pensionistici versando contributi prelevati direttamente dal loro reddito e tutte queste somme messe in comune servono a pagare le pensioni. La pensione non viene quindi finanziata con le somme versate dal diretto interessato durante la sua carriera ma viene prelevata dalla cassa comune alimentata dalla popolazione attiva.
42 CASSE PENSIONISTICHE
La solidarietà tra le generazioni è la regola base. Le tre principali sono il regime generale dei dipendenti del settore privato (80% dei pensionati), la Mutua sociale agricola (Msa) per i lavoratori agricoli e il regime delle professioni indipendenti. I regimi speciali - 11 in tutto - riguardano i pubblici dipendenti, le aziende e stabilimenti pubblici (tra cui Banca di Francia, compagnia ferroviaria Sncf, metro parigina Ratp, ecc), ma anche le professioni autonome (avvocati) oltre al fondo di solidarietà per gli anziani.
Oltre al regime base, i dipendenti hanno l'obbligo di versare contributi a casse dette complementari, e durante la pensione percepiranno un secondo trattamento previdenziale. Si tratta di un sistema molto complesso in quanto ogni cassa funziona in base alle proprie regole. Generalmente sono basate su sistemi a punteggi, convertiti in euro, il cui importo si somma a quello delle pensioni di base.
Se approvata, la riforma cancellerà le 42 casse e regimi specifici esistenti per introdurre un sistema universale nel quale i diritti saranno gli stessi per tutti. Si tratterà sempre di un sistema di ripartizione. Ogni 10 euro di contributi versati equivarranno a un punto. Oltre i 10 mila euro di stipendio lordo mensile non ci saranno ulteriori diritti a fini pensionistici. Punti bonus potrebbero essere assegnati in determinate situazioni: disoccupazione, maternità, accompagno persona anziana o con disabilità.
OGGI L'ETA' LEGALE DELLA PENSIONE È DI 62 ANNI PER IL REGIME GENERALE
Regole diverse sono in vigore in base al regime pensionistico di appartenenza. Chi ha fatto lavori molto stancanti può andare in pensione a 60 anni. Chi ha lavorato nell'esercito, la polizia, nelle carceri o come vigile del fuoco può ritirarsi a 57 anni, in alcuni casi anche a 52. Ma per usufruire del massimo livello pensionistico, chi è nato dal 1958 in poi deve aver versato contributi per almeno 41 anni e 9 mesi e per quanti nati dal 1973 in poi il minimo è 43 anni. La pensione col massimo livello retributivo è automatica a partire da 67 anni per quanti sono nati dal 1955 in poi.
Con la riforma l'età legale rimarrà invariata a 62 anni, ma per aver diritto al massimo livello pensionistico bisognerà aspettare i 64 anni, criterio che si applicherà per chi è nato dal 1963 in poi. Età poi destinata ad evolvere ulteriormente in base all'aspettativa di vita. Per le pensioni di reversibilità oggi sono in vigore 13 regole incrociate, mentre la riforma prevede un dispositivo unico: il 70% della pensione della coppia andrà a chi rimane in vita. Sarà pagata a partire da 62 anni.
PER IL CALCOLO DELLA PENSIONE VENGONO INCROCIATI DIVERSI FATTORI
Tra questi c'è la durata di attività - calcolata trimestralmente - il livello di reddito percepito durante i 25 anni migliori della carriera lavorativa o dei 6 ultimi mesi prima di andare in pensione per pubblici dipendenti e regimi speciali. Chi ha avuto tre figli ha diritto ad una maggiorazione dell'importo mensile del 10%, pagata a ciascuno dei due genitori. Se durante l'intera carriera una persona ha versato contributi a diversi regimi base e complementari, una volta in pensione percepiscono più trattamenti. In Francia un pensionato in media percepisce 2,5 trattamenti pensionistici che si cumulano tra di loro. In linea di massima funzionari civili dello Stato e militari godono di pensioni sensibilmente superiori rispetto ai dipendenti affiliati al regime generale. Anche chi è collegato ai regimi speciali (ferrovie) e a quello delle professioni autonome percepisce un pò di più. Pensioni di gran lunga inferiori toccano invece a lavoratori agricoli, artigiani e negozianti.
VINCITORI E PERDENTI
In base alle anticipazioni del rapporto del commissario Delevoye, a guadagnare saranno i lavoratori con carriere a singhiozzo, con periodi di attività inferiori a 3 mesi oppure interrotti di frequente, che invece in futuro saranno presi in considerazione. Le nuove regole di calcolo saranno favorevoli anche ai genitori e a chi si occupa di una persona anziana o con handicap. A perdere invece saranno quei lavoratori la cui remunerazione aumenta sensibilmente a fine carriera e chi usufruisce attualmente dei regimi speciali.