È una vera e propria guerriglia urbana quella in corso da cinque giorni a Duindorp e Scheveningen, sobborghi popolari a pochi chilometri da L'Aia i cui residenti si sono ribellati dopo la decisione del Comune di non consentire i tradizionali falò di Capodanno sulla spiaggia. Dallo scorso sabato gli abitanti dei distretti hanno appiccato decine di incendi per le strade, dando fuoco ai cassonetti dell'immondizia e bersagliando la polizia antisommossa, intervenuta sul posto, con petardi, molotov, pietre e fuochi d'artificio.
Le persone arrestate sono finora 38. Tra loro numerosi minori, compreso un bambino di 9 anni trovato con una bottiglia molotov. Duindorp, dove è iniziata la rivolta, è stata blindata dalla polizia, che ieri notte ha consentito l'ingresso nel quartiere solo a chi aveva un "legittimo motivo" per entrarvi. I disordini e gli scontri con le forze dell'ordine hanno infatti attratto giovani da tutta la città. La stampa locale parla di gang di ragazzi che attraversano le strade la notte accendendo fuochi d'artificio, incendiando la spazzatura e commettendo altri atti di vandalismo.
Il copione sembra quello visto tante volte nelle banlieue parigine o nelle aree degradate delle città svedesi. I protagonisti dei tumulti non sono però giovani di origine straniera bensì i figli e i nipoti dei residenti storici dei due sobborghi, pescatori e portuali che da decenni a Capodanno si cimentano in una sfida a chi mette su il falò più alto accatastando pancali di legno. Lo scorso anno vinse Scheveningen. Non a caso i primi disordini si sono verificati a Duindorp, che ha visto così sfumare la possibilità di rivincita.
Il Comune ha negato i permessi denunciando la "mancanza di un'organizzazione professionale". L'intento dell'amministrazione è evitare che si ripeta quando accaduto lo scorso capodanno a causa del mancato rispetto delle norme di sicurezza. Il falò appiccato a Scheveningen fu infatti così alto che il vento lo allargò a una vasta porzione della spiaggia e spinse molti tizzoni sul centro abitato. Le fiamme danneggiarono numerose case e automobili e solo per pura fortuna non si registrarono feriti. I residenti dei quartieri non solo avevano violato il limite di 35 metri posto dal Comune (il falò di Scheveningen arrivava a 45 metri) ma avevano alimentato le fiamme con taniche di benzina.
La vicenda ebbe una eco tale che contribuì lo scorso 6 ottobre alle dimissioni della sindaca de L'Aia, Pauline Krikke, già nella bufera per un giro di tangenti che alcuni dirigenti del comune incassavano dai locali notturni in cambio di licenze. Emerse infatti che l'amministrazione comunale sapeva benissimo che i falò dello scorso capodanno non erano a norma ma che aveva lasciato correre a causa dei "comportamenti minacciosi" dei comitati di quartiere, che avrebbero intimidito i funzionari.
In virtù delle rigide norme di sicurezza, la situazione appare ora relativamente tranquilla a Duindorp, dove si sono verificati gli episodi più violenti e nemmeno le chiese sono state risparmiate dagli incendiari. I disordini, però, si sono nel frattempo estesi ad altri quartieri, come Escamp, dove la scorsa notte tre persone sono state arrestate per incendio e oltraggio a pubblico ufficiale.