Nei giorni scorsi è diventato virale un video di una ragazza americana che era riuscita a parlare della repressione cinese nello Xinjiang su TikTok in un finto tutorial su come allungarsi le ciglia. Un modo creativo e efficace per arginare la censura, avevano commentato in molti, facendo eco alle accuse che vorrebbero il social, di proprietà della cinese ByteDance, attivo nel rimuovere i contenuti sgraditi al governo centrale.
Dietro questo video nei giorni successivi si è sviluppato un piccolo caso, dai contorni oscuri, dove il confine tra propaganda, contropropaganda errore umano, censura e controllo dei social è piuttosto complicato da individuare.
Succede che il video diventa così virale da raggiungere milioni di persone, una decina al momento se si sommano le visualizzazioni di TikTok, Twitter e Facebook. Poi, dopo due giorni, TikTok blocca l’autrice, Feroz Aziz, 17enne originaria del New Jersey, con l’accusa di aver condiviso tramite un altro account (@getmefamousplzsir) un video dove compariva una foto di Osama Bin Laden - probabilmente per ‘creare scalpore’, non per propagandarne le idee.
La foto però viole le norme anti terrorismo di TikTok, che decide quindi di rivalersi anche sull’altro account della ragazza, quello dove appunto ha condiviso il video contro la repressione della minoranza musulmana degli uiguri (@getmefamouspartthree - get me famous, rendimi famosa).
Insomma, per il social gli uiguri non c’entrano nulla. Solo che nel sospendere l’account TikTok ha anche cancellato il video diventato virale. Nella nota ammette che è stato messo offline per 50 minuti, ma per “un errore umano”. Scoppiato lo scandalo, e le nuove accuse al social di essere asservito alla propaganda della Repubblica popolare cinese, TikTok ha ridato la possibilità alla ragazza di accedere al social, e rimesso online il video.
In una nota ufficiale, il social commenta: "TikTok non limita i contenuti in quanto sensibili a livello politico. In questo caso, come spiegato nel dettaglio su un recente post del blog di TikTok, l’account precedente di questa utente è stato chiuso e il relativo device bloccato dopo che aveva pubblicato un video di Osama Bin Laden, fatto che costituisce una violazione del divieto di pubblicazione su TikTok di contenuti che includono immagini collegate a organizzazioni terroristiche. Un altro suo account @getmefamouspartthree e i suoi video, incluso quello sulle ciglia in questione, sono attivi e continuano a ottenere visualizzazioni”.
La vicenda continua ad avere lati oscuri. O TikTok ha ammesso di non avere strumenti in grado di distinguere un contenuto satirico dalla promozione del terrorismo, oppure, per qualche ragione, ha deciso di cancellare un video in cui si diceva qualcosa di sgradito alla madrepatria, salvo poi ripensarci e con tante scuse all’autrice. Il confine della censura online appare sempre più poroso.
@arcangeloroc