Grazie all’intervento del governo polacco e alla rapida attivazione degli uffici WWF polacchi e italiani, nove delle dieci tigri rimaste bloccate per nove giorni in un camion al confine tra Polonia e Bielorussia sono state portate in salvo. Attualmente sono in viaggio verso una struttura polacca idonea ad accoglierle e favorire la necessaria assistenza.
I felini per 216 ore sono rimasti imprigionati all’interno di un camion. La scarsità di cibo ha portato al decesso una delle dieci tigri e messo a rischio la sopravvivenza delle altre sventurate. Tra loro una in particolare, secondo il WWF, verserebbe in gravi condizioni. “Auspichiamo – sostiene l’associazione ambientalista – che venga presto individuata la migliore struttura in Europa adatta ad accogliere stabilmente le tigri, garantendo loro il pieno benessere".
“Il WWF Italia ribadisce che deve esser fatta chiarezza su quanto accaduto” si legge in una nota circolata nelle scorse ore. “È impensabile che ancora oggi in Europa un camion possa legalmente viaggiare per giorni e per migliaia di chilometri con un carico di 10 tigri, senza che i responsabili della spedizione vengano chiamati a rispondere delle sofferenze che questi animali hanno dovuto subire”.
All’origine della vicenda
Dopo aver ricevuto una segnalazione, è stato proprio il WWF Italia ad aver allertato quello polacco sulle condizioni al limite della sopravvivenza in cui versano le tigri. Il WWF della Polonia ha così trovato una struttura disponibile ad ospitare le tigri, oltre ad essersi messo a disposizione per sostenere i costi di mantenimento dei felini per tutta la durata dell’emergenza.
Gli uffici del WWF Italia avevano contattato quelli del ministero degli Esteri per sollecitare un intervento diplomatico immediato che mettesse in sicurezza le tigri e consentisse alla struttura individuata di prendere temporaneamente in custodia i felini.
Il WWF si auspica che a breve inizino le indagini per capire se la compravendita degli animali ed il relativo trasporto siano stati eseguiti rispettando tutte le prescrizioni normative.
Il commercio di tigri è soprattutto europeo
L’episodio (ri)accende i riflettori sul drammatico commercio di cui sono ancora oggi oggetto questi straordinari felini. Secondo un’indagine di Interpol del 2018 (World Atlas of illicit flows), l’85% del commercio mondiale di tigri avviene in Europa. Per altro, in molti casi non si sa quale sia l’effettivo destino delle tigri. “Sappiamo però – commenta WWF Italia - che nel passato è stata denunciata la presenza in Europa di allevamenti di tigre che potrebbero rifornire il mercato illegale di loro parti (ossa, organi, etc.), utilizzate dalla medicina tradizionale asiatica”. In molti casi le tigri vengono destinate ai circhi dove sono tuttora utilizzate legalmente.
“Il WWF – conclude l’associazione – chiede che l’Europa adotti delle misure immediate per eradicare in maniera definitiva questo commercio che avviene sulla pelle di animali. Animali che dovremmo proteggere, rispettare e che hanno il diritto di vivere liberi nel loro ambiente naturale”.